Persona al centro della cura, gira tutto qui, e non è poco, il Piano oncologico nazionale che per Favo (Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia) rappresenta, con orgoglio, il frutto di anni di intenso lavoro.
Il prezioso contributo dei malati di cancro e delle associazioni che li rappresentano federate alla Favo, è stato voluto dai ministri della Sanità che si sono succeduti nel tempo e che hanno ritenuto importante consultare il volontariato oncologico per la stesura d
i questo documento. Infatti, nessuno meglio della rete dei volontari che assiste i malati e i loro familiari nella quotidiana battaglia contro la malattia - e non di rado contro la mala-burocrazia - conosce i bisogni e le difficoltà della gestione sanitaria, sociale, lavorativa e assistenziale di questo esercito di persone che combatte in prima persona o per il proprio caro contro la malattia e gli ostacoli che essa pone al “normale” scorrere della vita. A tal proposito, sono state accolte e inserite nella stesura finale del Pon tutte le proposte e le integrazioni indicate da Favo. L’Italia è tra i primi Paesi in Europa a dotarsi di un piano oncologico e costituisce quindi un esempio per tutti, anche per aver incluso tra i redattori del documento gli stessi malati di cancro italiani.
Queste linee generali di indirizzo si basano sul principio della centralità della persona intorno alla quale ruota l’intero sistema dei servizi di cura e assistenza forniti dai professionisti sanitari e dal volontariato oncologico in rete.
Favo ha evidenziato le tematiche che stanno molto a cuore alle associazioni dei malati: il malato ha bisogno di essere assistito e sostenuto nel suo percorso di cura in qualsiasi luogo risieda, deve poter trovare un team multiprofessionale integrato che condivida le esigenze di cura diverse da persona a persona, poiché non solo esistono centinaia di tumori di diverso tipo, ma anche le risposte alle cure antineoplastiche sono individuali e le differenze tra un malato e gli altri sono influenzate da molte altre variabili come a esempio età, altre patologie compresenti o pregresse, esigenze di vita. Ciascun paziente è un caso a sé e solo un sistema centrato nulla persona può rispondere alle necessità di “cura” in senso ampio di quel determinato malato. Le linee guida del Pon si sviluppano intorno ad alcuni punti cardine voluti con forza dalla Favo: l'importanza di una corretta ed esauriente informazione e di una adeguata comunicazione con i malati e le loro famiglie, per cui è stato previsto nel piano un sistema informativo nazionale; la centralità della psico-oncologia e quindi l’importanza del supporto psicologico come parte integrante della cura; la riabilitazione oncologica come parte integrante e imprescindibile della cura sotto i diversi aspetti fisici, psicologici ma anche sociali, introdotta come servizio per i malati di cancro in seguito alla pubblicazione del Libro bianco sulla riabilitazione oncologica a opera di Favo; l’attenzione per i problemi dei malati anziani; la continuità assistenziale sul territorio; l’ottimizzazione dei percorsi di cura e delle reti oncologiche e il riconoscimento del fondamentale ruolo del servizio dei volontari in oncologia.
Avv. Elisabetta Iannelli
Segretario Generale FAVO
Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia
Vice Presidente AIMaC
Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici
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