L'Istituto di previdenza ha emanato una circolare con le nuove linee guida. Elisabetta Iannelli, segretario Favo, ci spiega come cambiano le regole per i lavoratori del settore privato
di Tiziana Moriconi
Nuove regole per i dipendenti del settore privato colpiti da una malattia grave o cronica, con invalidità civile superiore al 67%. Lo scorso 7 giugno, l’Istituto di Previdenza ha infatti emanato una circolare (la numero 95) con le nuove linee guida, che finalmente eliminano di fatto l'obbligo di reperibilità per questa categoria di pazienti lavoratori, come già era avvenuto per i dipendenti pubblici. Ne parliamo con Elisabetta Iannelli, avvocato e segretario generale della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo).
Avvocato Iannelli, è una circolare che i malati cronici aspettavano da tempo. Cosa stabilisce?
“Sì: nel Job Act era stata inserita la norma, ma mancava l'ultimo passaggio attuativo, che finalmente è arrivato. D'ora in poi i malati gravi o cronici con una invalidità superiore al 67% non avranno più l'obbligo di rimanere in casa negli orari lavorativi per la visita fiscale di controllo. Per le persone con una malattia oncologica, psichiatrica o con altre patologie invalidanti certificate vuol dire non sentirsi più agli 'arresti domiciliari'. L'obbligo di reperibilità è assurdo in questi casi, in cui uscire non significa certo essere guariti, mentre rimanere confinati dentro quattro mura spesso è causa di depressione e può peggiorare la qualità di vita. Ora è esclusivo compito del medico di famiglia compilare e inviare per via telematica all'Inps e al datore di lavoro il certificato di malattia per i giorni necessari, barrando la casella ‘terapie salvavita’ o ‘invalidità’, per evitare che il malato sia sottoposto a visite di controllo inappropriate quando non necessario. La circolare stabilisce dei parametri chiari: in questo modo si garantisce anche maggiore trasparenza e si riduce il rischio di abusi da parte dei furbetti”.
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