Il 4 giugno 2017, nella sezione Salute del Corriere della Sera, è stato pubblicato un articolo di Adriana Bazzi che riprende i dati sui tempi di attesa per l'accesso ai farmaci presentati nel 9° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici e le dichiarazioni del nostro presidente Francesco De Lorenzo:
Il primo passo per la registrazione di un farmaco lo fa l’Ema (negli Stati Uniti è l’Fda, la Food and Drug Administration). Poi tutto passa alle autorità nazionali, in Italia è l’Aifa, l’Agenzia del farmaco, che recepisce le decisioni dell’Ema e, in più, concorda il prezzo con le aziende produttrici. Poi sono le Regioni che decidono come e quando offrire la nuova cura al paziente e qui le cose si complicano. Secondo il rapporto Favo, in alcune Regioni i tempi di attesa possono arrivare fino a tre anni. Le peggiori? Sarebbero Molise e Valle d’Aosta. Le più virtuose, la Lombardia e la Puglia. Mediamente, da quando un farmaco è autorizzato dall’Ema fino alla sua disponibilità per il paziente italiano, passano 806 giorni, più o meno due anni. Commenta De Lorenzo. «Nell’attesa del medicinale giusto si può morire: occorre velocizzare i tempi».
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