"La tossicità finanziaria del cancro sta diventando un fenomeno gravoso anche nel nostro paese dove, nonostante sia assicurata la gratuità delle cure dal nostro Sistema Sanitario Nazionale, la malattia genera un aumento dei costi sociali diretti e indiretti e una diminuzione dei redditi".
Queste le parole del Presidente FAVO, Francesco de Lorenzo, in un articolo del Corrirere della Sera pubblicato l'11 Marzo 2018.
L'indagine Favo-Censis pubblicata nel 2012, aggiunge De Lorenzo, ha evidenziato un “peso economico” aggiuntivo per le famiglie oncologiche stimato in oltre 30mila euro all’anno, nei primi anni dopo la diagnosi, è causato dall'acquisto di medicinali, esami diagnostici o visite specialistiche pagati dal paziente, nonché spese di trasporto e di assistenza (badanti, infermieri). Ma anche da quei costi indiretti, ed è la parte più rilevante, quali il mancato reddito che la malattia comporta (per riduzione o cessazione dell’attività lavorativa) per il malato e talvolta anche per la persona che lo assiste più da vicino.
Pur accettando che ci potesse essere un contraccolpo economico, non immaginavamo che, addirittura, per un paziente su cinque questo si potesse riflettere in un peggioramento della prognosi, aggiunge Elisabetta Iannelli, Avvocato e Segretario Nazionale FAVO , l’analisi di sopravvivenza ha dimostrato, infatti, che chi ha sofferto la tossicità finanziaria ha avuto, nei mesi e anni successivi alle cure, un rischio di morte del 20% più alto (negli Usa è il 79%) rispetto ai malati senza problemi di denaro. Questo dato allarmante induce a riflettere sulla necessità di ripensare ad adeguate ed efficaci politiche di welfare affinché alla “guarigione clinica” corrisponda quella “sociale” dal tumore.
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