Nel Lazio ogni anno si registrano circa duemila nuovi casi, due terzi dei quali a Roma. Stiamo parlando delle neoplasie colon-rettali che nel nostro Paese vengono diagnosticate annualmente in misura di circa 35mila nuovi casi.
Secondo per incidenza nel mondo occidentale il tumore al colon è preceduto per numero di casi da quello al polmone nei maschi e quello al seno nelle donne. Sintomi non sempre evidenti, la tendenza a sottovalutare alcuni cambiamenti, dalle abitudini di evacuazone alla perdita dell’appetito, dal calo di peso alle perdite di sangue scambiate per emmoroidi, portano nella maggior parte dei casi ad una diagnosi tardiva della neoplasia che aumenta la sua incidenza superati i 40 anni e raggiunge l’apice oltre i sessanta. Rarissimi i casi di natura ereditaria mentre influiscono, e molto, le cattive abitutini, dal fumare, che aumenta del 18% il rischio di sviluppare un tumore del colon retto e del 25% il rischio di mortalità, così come un’alimentazione povera di fibre vegetali, ma anche malattie infiammatorie come il Morbo di Crohn o la retto-colite ulcerosa che possono predisporre alla neoplasia. Adottare uno stile di vita salutare, caratterizzato da una dieta alimentre ricca di fibre e da una adeguata attività fisica, riduce notevolmente il rischio e senza alcun dubbio, l’arma più efficace per combattere questa malattia resta la prevenzione.
In molti casi individuare per tempo un polipo adenomatoso, spesso precursore delle neoplasie del colon, permette di asportalo e quindi di interrompere il processo di trasformazione.
Il mezzo più efficace è la colonscopia che permette di diagnosticare precocemente i polipi e i tumori del colon-retto. In quest’ottica risultano fondamentali per ridurre il rischio di mortalità, i programmi di screening, soprattutto tra la popolazione che ha superato i cinquant’anni e per tutti i soggetti a richio, in particolar modo per quelli che hanno avuto un familiare con questa patologia. Anche la ricerca di sangue occulto nelle feci rappresenta un valido test di diagnosi precoce.
In questo importante contesto opera l’AMOC Onlus, l’ Associazione Malati Oncologici Colon-retto, che ha sviluppato un programma di informazione per sensibilizzare la popolazione sopra i 50 anni a sottoporsi ad una colonscopia di prevenzione, offrendo la possibilità di usufruire di convenzioni per effettuare l’esame in sedazione.