Mercoledì 27 marzo a Roma si terrà l’incontro “Salute individuale, benessere ambientale e solidarietà sociale” organizzato da Gomitolorosa in collaborazione con Agenzia Lane d’Italia e Legambiente, con il patrocinio dell’Accademia dei Georgofili, al UPMC I Salvator Mundi International Hospital, dalle ore 9.00 alle ore 17.00 e che vedrà confrontarsi diversi esperti provenienti da più settori e rappresentanti del mondo delle associazioni, proprio sul caso del recupero della lana.

All’evento parteciperanno insieme al Presidente di Gomitolorosa Alberto Costa, Patrizia Maggia, Stefano Ciafani, rispettivamente Presidente Agenzia Lane d’Italia e Presidente nazionale di Legambiente, 16 relatori soprattutto italiani, ma anche dal Regno Unito, Spagna, Croazia, Cipro e Grecia, accomunati dalla volontà di far tornare la lana una risorsa e alla ricerca di una strategia europea (soprattutto mediterranea) per restituire a questo prezioso elemento naturale il posto che merita.

La lana autoctona in esubero può avere una seconda vita ed essere di nuovo valorizzata in tanti modi: seguendo ad esempio il percorso dell’economia circolare, quello della lanaterapia - knitting therapy – spesso usata anche negli ospedali per il recupero del benessere psico-fisico dei pazienti o incrociando il mondo della moda ecofriendly. L’obiettivo dell’incontro è quello di porre l’attenzione sulla valorizzazione della lana autoctona e il suo recupero in Italia, e al tempo stesso analizzare proposte e contenuti in campo medico e le possibili risposte indicate da progetti e sperimentazioni portate avanti su più fronti, da quello tessile industriale alla valorizzazione degli scarti della lana, come ammendante o ancora come rimedio per le maree nere.

“Abbiamo avviato la fase pilota di una ricerca scientifica rigorosa sugli effetti del lavoro a maglia (knitting) sulla mente” ci racconta Alberto Costa, Presidente Gomitolorosa “Grazie al contributo mirato di una nostra generosa donatrice, l’Università di Reading in Inghilterra studierà 40 volontarie che lavorano a maglia abitualmente con specifici tests neurologici (compreso un encefalogramma pre e post knitting). I dati preliminari fanno pensare che il lavoro a maglia possa portare la mente ad uno stato di quiete simile a quello indotto dalla meditazione e dallo yoga, con la differenza importante che alla fine si ha anche una bella sciarpa o una coperta!”.
La lana autoctona in esubero se giustamente valorizzata può diventare valido sostegno agli allevatori, veri custodi dei territori, e utile strumento per il recupero di quei saperi artigianali che oggi rischiano di andare perduti. Come quello del lavoro a maglia, che l’Associazione Gomitolorosa propone quale utilizzo terapeutico per il recupero psico-fisico delle persone, un’attività innovativa per migliorare la qualità di vita di pazienti e combattere lo stress in generale, che conta oggi su una rete ormai diffusa sul territorio nazionale.
“Una importante giornata di studio dedicata alle Lane Autoctone” aggiunge Patrizia Maggia Presidente di Agenzia Lane d'Italia “e un'attenta riflessione sul problema dell'abbandono della lana e sulle molteplici possibilità di trasformare quello che oggi viene considerato un rifiuto speciale, nuovamente in una risorsa"
Ma la lana autoctona è anche in grado oggi di conquistarsi una fascia di mercato nel settore della moda sostenibile, della bioedilizia, come Agenzia Lane d’Italia ha più volte dimostrato, un utilizzo a tutto tondo, perfettamente inserito come indicato da Legambiente, in un percorso di economia circolare che si esprime nella tutela ambientale e nella valorizzazione di una risorsa che economicamente ha la possibilità di innescare la nascita di microeconomie territoriali.
“L'economia circolare – dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente - non è solo un modo per uscire dalle tante emergenze rifiuti ancora dislocate in Italia, ma vuol dire anche creare investimenti, occupazione, economia sul territorio. Per questo da anni Legambiente ribadisce che investire sull’economica circolare conviene, perché comporta più riciclo meno rifiuti, meno sprechi e meno emissioni, e quindi anche maggiore tutela della salute. E il concetto che finalmente si sta diffondendo è che i rifiuti possono avere una seconda vita, compresa anche la lana autoctona in esubero come dimostrano le tante storie che saranno al centro della giornata di studio e di confronto del 27 marzo. Ora per far decollare davvero l’economia circolare in tutta la Penisola serve è però indispensabile rimuovere quegli ostacoli normativi – ad esempio la burocrazia asfissiante, i decreti Eow sulle materie prime seconde che non arrivano mai, il mancato consenso sociale per la realizzazione dei fondamentali impianti di riciclo - che frenano il decollo di questo modello di sviluppo economico, al centro delle direttive europee, e che trasforma i rifiuti da problema a risorsa”.