E’ di questi giorni la notizia che la Commissione Lavoro della Camera sta esaminando cinque disegni di legge volti a garantire più diritti e più tutele per i lavoratori, sia del settore pubblico che del settore privato, colpiti da malattie oncologiche o croniche
I disegni di legge nascono dell’esigenza di consentire ai lavoratori affetti da gravi patologie di conservare il posto di lavoro per un periodo ulteriore rispetto a quello attualmente previsto e di far fronte alle necessità terapeutiche e a percorsi di cura spesso lunghi e complessi. L’obiettivo è alleviare le già precarie e gravose condizioni in cui versano queste persone, colpiti nel bene primario della salute, garantendo equità di trattamento tra tutti i lavoratori.
«Chiediamo da anni una sfera giuridica specifica per i lavoratori con malattia oncologica – commenta a Sanità Informazione Elisabetta Iannelli, Segretario generale FAVO e Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per l’impegno profuso nella tutela dei diritti dei malati oncologici -. In passato abbiamo evocato la legge sulla tubercolosi degli anni ‘70 che era ritagliata appositamente sulle esigenze dei lavoratori che contraevano la tubercolosi, in quegli anni tra le malattie più invalidanti».
Tra le principali richieste della FAVO, quella di introdurre l’obbligo per il datore di lavoro di avvisare il lavoratore quando il periodo di comporto è in via di esaurimento, al fine di evitare il licenziamento. «Sembra banale – spiega Iannelli – ma non è facile conteggiare i giorni di malattia ai fini del comporto: bisogna districarsi tra i giorni di congedo, i giorni di day hospital, quelli di legge 104. Riuscire a fare un conteggio dei giorni di malattia che vanno ad erodere il comporto non è facile, il rischio di andare oltre è dietro la porta».
«Su questo tema siamo e saremo sempre in prima fila – conclude Iannelli – e nel tavolo dei lavori del Piano oncologico nazionale c’è già un’attenzione importante anche per la tutela sociale e lavorativa del malato oncologico. È positivo che Parlamento e governo stiano portando avanti parallelamente questi obiettivi».
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