Grande successo internazionale ottenuto dall'Associazione House Hospital onlus al Congresso mondiale dell'ASCO di Chicago 2010. Tale lavoro verrà presentato alle istituzioni della Regione Campania oggi a Napoli in occasione della presentazione di FederCare.

Di seguito l'abstract della presentazione:

Identificazione di nuovi fattori genetici correlati alla prognosi in pazienti con melanoma

Milena Casula(1), Mario Budroni(2), Antonio Cossu(3), Paolo Ascierto(4), Nicola Mozzillo(4), Sergio Canzanella(5), Antonio Muggiano(6), and Giuseppe Palmieri(1)(1)Istituto di Chimica Biomolecolare, CNR, Sassari; (2)Servizio di Epidemiologia, ASL1, Sassari; (3)Servizio di Anatomia Patologica, Azienda Ospedaliero Universitaria, Sassari; (4)Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale, Napoli; (5)Associazione House Hospital Onlus, Napoli; (6)Oncologia Medica, Ospedale Oncologico Businco, Cagliari. 

Recentemente, sono state attuate diversi studi per identificare marcatori prognostici che siano correlati alla sopravvivenza nei pazienti affetti da melanoma maligno. Tali analisi sono basate sulla valutazione dei livelli di espressione di proteine candidate convolte nella patogenesi del melanoma a livello dei tessuti neoplastici dei pazienti; tra i vari marcatori, l'aumento di espressione della proteina p16-CDKN2A è stato associato ad una migliore prognosi e ad una ridotta mortalità nei pazienti con melanoma. Al contrario, una riduzione della espressione delle proteina p16-CDKN2A è stata dimostrata essere associata alla progressione del melanoma e ad una peggiore sopravvivenza in questo tipo di pazienti.

Tuttavia, l'analisi dei livelli di espressione proteica rimane una indagine dipendente dall'operatore, in quanto la classificazione di una maggiore o minore espressione risulta essere di tipo quantitativo o semiquantitativo, sulla base della valutazione soggettiva sia di intensità che di distribuzione della colorazione delle proteine nelle sezioni di tessuto del paziente in esame. Al fine di ottenere marcatori genetici più sicuri, in grado di fornire una classificazione qualitativa (presenza o assenza - ovvero, risposta si/no - della mutazione o variante genica), in questo lavoro abbiamo cercato di definire le variazioni genetiche che portano alla alterazione dei livelli di espressione della proteina p16-CDKN2A.

Pertanto, abbiamo analizzato da punto di vista genetico la regione genomica sul cromosoma 9 che contiene il gene p16-CDKN2A; in particolare, abbiamo analizzato la distribuzione di varianti genetiche chiamate polimorfismi nucleotidici (SNP), al fine di determinare se un assetto o genotipo di singoli SNP a questo livello potesse correlare con la prognosi nei pazienti con melanoma. Abbiamo così analizzato il DNA da 396 pazienti con melanoma e 383 controlli sani, tutti provenienti dal Sud Italia. Tra di essi, 325/396 (82%) pazienti presentavano una malattia localizzata e 71/396 (18%) pazienti presentavano una malattia avanzata con interessamento dei linfonodi regionali; nessun paziente con malattia metastatica disseminata era inclusa nello studio.

Fra tutti gli SNP analizzati, abbiamo identificato un genotipo specifico a monte del gene p16-CDKN2A che presenta una forte associazione (cosiddetta "segregazione") con la malattia. Dopo un periodo medio di osservazione superiore ai 5 anni (da un minimo di 13 mesi ad un massimo di 212 mesi), i pazienti con tale genotipo specifico sono stati dimostrati presentare una sopravvivenza globale più bassa rispetto ai controlli. Se confermato in altre popolazioni, questo genotipo potrebbe diventare un marcatore che va ad identificare un sottogruppo di pazienti con melanoma a prognosi peggiore, da indirizzare a trattamenti più appropriati al fine di ridurne la mortalità.

In generale, possiamo comunque affermare che questo è il futuro della oncologia, la quale sarà sempre di più basata sullo sviluppo ed utilizzo di biomarcatori genetici e molecolari al fine di predire la prognosi e la risposta al trattamento in pazienti affetti da tumore.