Maurizio Sacconi, ministro del welfare, alla presentazione del libro bianco sulla riabilitazione oncologica ha voluto, in un momento certamente non facile sul fronte delle azioni per il contenimento della spesa sanitaria, accendere una speranza per i malati di tumore: ”Pensiamo – ha detto il Ministro - di portare alla Conferenza Stato-Regioni un addendum, cioè una integrazione sulle linee guida, varate nel 1998, per quanto riguarda la riabilitazione in modo da includervi anche quella oncologica. In questo modo, ha chiarito il ministro, ''sara' possibile meglio orientare le attivita' del Ssn che, su tale fronte, sono a macchia di leopardo''. L'introduzione di questo addendum alle linee guida alla riabilitazione dovrebbe avvenire, come ha spiegato Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo), ''entro la fine dell'anno''.
Con i progressi della medicina e della ricerca il tumore da “malattia mortale” è diventato “male cronico”: un esercito di malati vecchi e nuovi convive ormai con la malattia, e ha bisogno di una riabilitazione che gli consenta di riprendere, del tutto o in parte, la normale vita sociale e lavorativa. " Non si tratta quindi di inserire la riabilitazione oncologica nei livelli essenziali di assistenza,”perche' sostanzialmente gia' e' compresa. Il problema - ha sottolineato il ministro - non e' formale, ma di prassi, di modelli organizzativi, di allocazione di risorse: in alcune realta' la riabilitazione oncologica e' a livelli molto evoluti, in altre e' assente".
In Italia vivono circa 2 milioni di persone che hanno avuto una diagnosi di cancro. Sono 250mila i nuovi casi ogni anno e la meta' guarisce o convive con la propria neoplasia. Ma anche tra chi riesce a ''uscire dal tunnel'' della malattia le conseguenze psicologiche e relazionali possono essere tali da non consentire piu' il recupero di una vita di qualita'. Questi i dati emersi dal ''Libro Bianco sulla riabilitazione oncologica in Italia'', promosso dalla Favo, la federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia. Nello studio sono stati censiti 315 centri, di questi 209 hanno fornito informazioni sulleproprie liste di attesa: da 1 a 60 giorni.
E la riabilitazione riguarda principalmente la patologia mammaria, con 186 centri tra quelli censiti che si concentrano su questo aspetto. 82 centri hanno dichiarato di occuparsi di problematiche connesse con la patologica cervico-cefalica, 37 di problematiche respiratorie, 14 di patologia neurologica legata al tumore. Pochissimi i centri che si occupano di stomizzati e incontinenti: solo 9, di cui 3 in modo principale e 6 come problematica secondaria, e questo malgrado il grande impatto epidemiologico delle neoplasie colon-rettali. Una situazione difficile, se si eccettuano le reti oncologiche di Piemonte-Val d'Aosta e della Toscana. Eppure, secondo Francesco De Lorenzo, presidente della Favo, "la riabilitazione oncologica e' di particolare importanza per la qualita' della vita e per il recupero sul piano produttivo dei malati. Una riabilitazione non solo fisica, ma funzionale, psicologica, sociale, nel rapporto di coppia. Ma non esiste la parola riabilitazione oncologica, purtroppo. C'e' quella dalla droga, dall'alcol, ma non quella oncologica".