Il Giornale, 26 luglio 2008, p.23

di Francesco De Lorenzo

Le Conclusioni del Consiglio dell'Unione Europea per ridurre l'incidenza dei tumori nei paesi membri rappresentano l'ultimo atto del semestre presieduto dal primo ministro Janez Janša concluso il 30 giugno scorso. La presidenza slovena ha, infatti, connotato il suo mandato per l'impegno nella lotta al cancro aggiornando i precedenti documenti e rendendoli consoni alla situazione epidemiologica nell'Europa allargata. Dei risultati ottenuti, in Italia, poco si è parlato. Eppure sono stati significativi, inoltre l’Italia ha mobilitato l'European Cancer Patient Coalition, la coalizione nata per far sentire la voce dei malati oncologici nella UE, di cui AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici) è stata tra i soci fondatori, e di cui fa parte la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (F.A.V.O.)
Assieme alle altre organizzazioni indipendenti europee che difendono i diritti del malati, F.A.V.O. considera molto importanti le Conclusioni adottate a Lussemburgo dai ministri della Sanità dei 27 paesi membri (per l'Italia era presente il sottosegretario al ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Francesca Martini), in quanto esse esprimono una concezione innovativa nella strategia per ridurre l'incidenza dei tumori. Parte integrante di questa strategia è la sollecitazione da parte del Consiglio affinché gli Stati armonizzino le loro politiche di prevenzione e di cura dei tumori in un'ottica di condivisione delle "migliori pratiche" per superare le disuguaglianze nella prevenzione e nella cura delle malattie neoplastiche che ancora persistono nella Comunità. A questo scopo ciascun paese è stato invitato ad avvalersi dei fondi strutturali europei sia per prevenire il cancro con misure di sanità pubblica per proteggere i cittadini dai fattori di rischio, sia per sviluppare le strutture di cura, la formazione dei curanti e le professionalità.

In merito al concetto della cura dei malati adulti e bambini, la cui definizione viene considerata indispensabile per promuovere la lotta al cancro, le Conclusioni sono particolarmente innovative: collegano infatti la buona qualità delle cure mediche alla buona qualità dei servizi di assistenza e definiscono le cure come un insieme pluridisciplinare. Terapie e assistenza comportano la cooperazione tra i servizi di chirurgia oncologica, di oncologia medica, di radio e chemio terapia e quelli che forniscono assistenza psicologica e riabilitazione. Nei casi in cui il cancro non risulti suscettibile di terapia, si raccomanda la somministrazione delle terapie palliative. E' evidente che il concetto di cura elaborato dal Consiglio dei ministri della UE recepisce le politiche del volontariato oncologico, tanto di quello organizzato a livello sovra nazionale, quanto di quello operante nei singoli paesi membri, e ne rafforza il ruolo di interlocutore critico delle istituzioni sanitarie. Per esempio: F.A.V.O, che per statuto (www.favo.it) si pone come obiettivo la riabilitazione oncologica da assicurare ai pazienti fin dal momento della diagnosi e ha dato impulso alla stesura del Libro Bianco della Riabilitazione Oncologica in Italia svolto in collaborazione con alcuni dei maggiori istituti a carattere scientifico, pone l'Italia all'avanguardia della denuncia e della proposta. Infatti: il primo censimento sulle strutture riabilitative esistenti contenuto nel Libro Banco mostra l'insufficienza dell'offerta rispetto alla domanda e, sulla base delle tendenze epidemiologiche in atto nel nostro paese e negli altri paesi europei, pone la riabilitazione multidisciplinare (fisica, psicologica, sociale) come il cardine di una sanità rinnovata. Le Conclusioni incoraggiano infatti la partecipazione della società civile alle politiche nazionali per la prevenzione ed a fornire sostegno ai pazienti e alle loro famiglie. La Comunità è ora impegnata a redigere una Carta europea per la protezione sul lavoro dei pazienti oncologici allo scopo di responsabilizzare le imprese sulla continuità occupazionale dei pazienti neoplastici e sul loro reinserimento nel mondo produttivo dopo la guarigione.