In Italia i pazienti oncologici non hanno ancora un accesso equo alle terapie di supporto nutrizionale, fondamentali per far fronte alla cachessia. I massimi esperti italiani, con il supporto delle associazioni dei pazienti, chiedono la piena rimborsabilità dei supplementi orali in tutte le Regioni. «Così aiutiamo più persone a guarire e contribuiamo a salvaguardare le casse dello Stato»
Roma, 12 ottobre 2022 – Efficace, sul piano terapeutico. E vantaggioso, dal punto di vista economico. Il supporto nutrizionale rimane una “Cenerentola”, nel campo delle cure oncologiche. Sono ancora pochi, infatti, gli ospedali che assistono i malati di cancro e che garantiscono loro anche la presenza di un pool di nutrizionisti clinici in grado di supportare il lavoro di oncologi, chirurghi e radioterapisti. E questo nonostante il loro contributo risulti fondamentale per ridurre le probabilità o a ridimensionare le conseguenze della malnutrizione, un problema che riguarda almeno 4 malati di cancro su 10 già al momento della diagnosi. E che, come documentato da diversi studi, ha un impatto significativo sulla prognosi. Le stime ufficiali dicono che il 20 per cento dei pazienti non riesce a superare la propria malattia in ragione delle conseguenze che uno stato nutrizionale non ottimale ha sull’efficacia delle terapie e sulla qualità di vita dei pazienti. Per migliorare i tassi di guarigione dal cancro, dunque, è fondamentale garantire a tutti i malati un adeguato supporto nutrizionale. E - a differenza di quanto spesso finora considerato - anche economicamente vantaggioso per i sistemi sanitari che potrebbero ottimizzare le proprie spese vedendo crollare il numero degli accessi in pronto soccorso e di una quota significativa di ricoveri evitabili.
DA ACC, AIMAC E FAVO UN DOCUMENTO DEDICATO ALLA MALNUTRIZIONE IN ONCOLOGIA
È questo il dato che emerge da un position paper redatto dal gruppo di lavoro "Survivorship Care e Supporto Nutrizionale" di Alleanza Contro il Cancro, il network composto da esperti di 23 IRCCS oltre che dell’Istituto Superiore di Sanità, di Aimac e di AIOM. Tra gli autori del documento, pubblicato sulla rivista «Supportive Care in Cancer», anche Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) ed Elisabetta Iannelli (Vice Presidente di Aimac), componenti del Gruppo di ACC che nelle scorse settimane ha lanciato anche un altro position paper, dedicato ai bisogni dei pazienti “lungosopravviventi” o delle persone guarite dal cancro. Oltre a riprendere le evidenze scientifiche che sottolineano l’importanza dell’erogazione del supporto nutrizionale in un percorso di cure oncologiche, gli autori si sono concentrati sulla sostenibilità economica di queste terapie. Ovvero uno degli aspetti più dibattuti, poiché è ancora piuttosto radicata l’idea che una copertura assoluta da parte del Servizio Sanitario Nazionale possa rappresentare un aggravio di costi non equamente bilanciato da un impatto clinico positivo sui pazienti. In Italia la rimborsabilità dei supplementi nutrizionali orali avviene infatti a macchia di leopardo. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista «Nutrition» da un gruppo di ricercatori delle Università di Pavia e Sapienza di Roma e del Centro di Ricerca sulla Gestione della Salute e dell’Assistenza Sociale (CERGAS) dell’Università Bocconi di Milano, appena il 32% degli oltre 49 milioni spesi nel nostro Paese nel 2015 per l’acquisto di supplementi nutrizionali orali è stato coperto dal
sistema sanitario. Con profonde differenze su base regionale, che finiscono per creare una disparità nell’accesso alle cure dei pazienti oncologici.
I SUPPLEMENTI NUTRIZIONALI ORALI AI PAZIENTI ONCOLOGICI FANNO RISPARMIARE LO STATO
Uno «status quo» che andrebbe modificato quanto prima, considerando i risultati portati alla luce da questo lavoro. Dopo aver analizzato le conclusioni di 73 studi condotti negli ultimi anni, gli esperti hanno concluso che, garantendo la copertura dei supporti orali nutrizionali a tutti i pazienti che ne hanno bisogno, si può rendere più efficace il percorso di cure. E garantire, al contempo, un risparmio allo Stato. «I costi sostenuti per la copertura di questi supporti terapeutici non vanno ad aggiungersi a quelli per tutti gli altri trattamenti - afferma Paolo Pedrazzoli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica del Policlinico San Matteo di Pavia e Coordinatore del tavolo di lavoro dedicato al supporto nutrizionale del Working Group di Alleanza Contro il Cancro. Oltre alle conseguenze negative sulla tolleranza dei trattamenti antitumorali, sulla qualità della vita e sulla prognosi, la malnutrizione nei pazienti con un cancro può determinare infatti un aumento delle spese sanitarie. A dettarlo, soprattutto la frequenza più alta con cui un malato oncologico malnutrito necessita di ricorrere all’ospedalizzazione: passando attraverso il Pronto Soccorso o un ricovero più lungo in reparto». Diverse ricerche hanno dimostrato che la spesa che un sistema sanitario affronta per ricoverare (ogni volta) un paziente oncologico malnutrito oscilla tra 1.600 e 5.800 euro. Con importi che variano in base alla gravità della malnutrizione. E, di conseguenza, alla lunghezza della degenza. Complessivamente una quota compresa tra il 2 e il 10% della spesa sanitaria è dedicata all’assistenza a persone alle prese con queste problematiche. E, di conseguenza. «Per questo è fondamentale che tutti i pazienti oncologici vengano sottoposti a uno screening nutrizionale fin dall’esordio della malattia - aggiunge Pedrazzoli -. E, se necessario, si proceda prescrivendo il supporto nutrizionale in base alle singole esigenze, senza temere che il malato vi rinunci a causa della spesa da sostenere. Investendo in questo ambito potremo far crescere i tassi di sopravvivenza al cancro. E, aspetto da non trascurare, contribuire alla salvaguardia del nostro Servizio Sanitario».
MALNUTRIZIONE IN ONCOLOGIA: UNA EMERGENZA ANCORA TROPPO TRASCURATA
I malati di cancro hanno la necessità di nutrirsi in maniera adeguata: per non sentirsi diversi e perché i pazienti malnutriti vivono meno. Questo è quanto gli studi sulla nutrizione dei malati di tumore hanno portato alla luce negli ultimi anni. Ed è quanto, seppur con fatica, si cerca di far entrare nella pratica clinica. «Ogni anno in Italia oltre trentamila malati di cancro muoiono a causa delle conseguenze della malnutrizione», lancia l'allarme Riccardo Caccialanza, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Nutrizione Clinica del Policlinico San Matteo di Pavia e prima firma del position paper. Ai rischi più alti, fin dalle prime fasi della malattia, sono esposti i pazienti colpiti da un tumore del distretto testa-collo (cavità orale, faringe, laringe, seni paranasali), dell’esofago, dello stomaco, del pancreas, del colon e del polmone. Ma non per questo tutti gli altri possono essere considerati esenti. «Sappiamo da quasi cinquant’anni che la malattia oncologica favorisce l’insorgenza di uno stato di malnutrizione per difetto - prosegue l’esperto -. E che questa è alla base di diverse complicanze in oncologia: maggiori tassi di ospedalizzazione e di mortalità, un’aumentata tossicità di chemio e radioterapia, un più alto rischio di complicanze chirurgiche a seguito di un intervento. A fronte di dati epidemiologici che ci portano a stimare che almeno 4 pazienti su 10 hanno problemi di malnutrizione sin dalla diagnosi, i casi realmente diagnosticati in Italia sono inferiori al 10 per cento. E nella quasi totalità dei casi la nutrizione artificiale necessaria a sopperire alle lacune della dieta viene avviata troppo tardi, quando il paziente è già in fase terminale». Diversi i supplementi nutrizionali orali utilizzati - in forma liquida, cremosa o in polvere - per integrare l’apporto di macro e micronutrienti. Nei casi più gravi è possibile ricorrere a somministrazioni direttamente nell’apparato digerente (via enterale) o nel circolo sanguigno (parenterale).
ACC, AIMAC E FAVO AL FIANCO DEL MINISTERO DELLA SALUTE E DELLE REGIONI PER MIGLIORARE L’OFFERTA SANITARIA
Il bisogno formativo e informativo è ancora molto elevato. Da qui l’idea di dedicare un documento così ampio al tema della nutrizione in oncologia, che nelle prossime settimane sarà tradotto anche in italiano, affinché a diffonderlo sia direttamente anche il Ministero della Salute. «Gli obiettivi di questa operazione sono quelli di far crescere la consapevolezza sulla rilevanza del supporto nutrizionale e di garantire lo sviluppo di percorsi assistenziali dedicati - dichiara Francesco De Lorenzo, che fino al 2025 guiderà anche la European Cancer Patient Coalition, alla quale afferiscono oltre 470 associazioni di malati di cancro di 27 Paesi -. La nutrizione, in ambito oncologico, rientra nei tre pilastri fissati dalla Commissione Europea per rendere più efficace la risposta nei confronti dell’epidemia dei tumori. Aiuta infatti a prevenire queste malattie ed è un supporto imprescindibile per rendere le terapie più efficaci e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Vogliamo che, nell’arco dei prossimi mesi, tutti i malati di qualsiasi Regione possano esercitare il diritto a ricevere cure adeguate. Cosa che, in questo caso, non sempre accade, perché le strutture di nutrizione clinica non sono presenti in tutti i centri oncologici, ma risultano più presenti nelle Regioni del Nord. La terapia di supporto nutrizionale deve essere inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza, così da poter risultare disponibile e gratuita per tutti».
Per saperne di più:
Neoplasia e perdita di peso: che cosa bisogna fare - FAVO
La vita dopo il cancro: consigli utili per il ritorno alla normalità - FAVO
Linee Guida lungoviventi - Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)
Cancer Treatment and Survivorship Cancer Plans - ASCO
La campagna sul diritto all’oblio oncologico – Associazione Italiana di Oncologica Medica (AIOM)
Massimo Boni, Responsabile Comunicazione, ACC
c/o Istituto Superiore di Sanità
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