Le paure e le speranze dopo una diagnosi di tumore. Paure e speranze che, paradossalmente, spingono i malati ad una nuova e più profonda voglia di vivere.
Queste emozioni e queste esperienze sono raccontate in un libro, "Remiamo insieme per la vita. Il sogno di Giorgio. Testimonianze di giovani che hanno vissuto l'esperienza del tumore", pubblicato per iniziativa dell'Alteg (Associazione per la lotta ai tumore nell' età giovanile), nata nel 1999. Ogni anno in Italia sono circa 16 mila i casi di tumori giovanili (16-39 anni).
Il Giorgio del titolo della pubblicazione è Giorgio Ratti, il fondatore dell'associazione, scomparso da qualche anno. Una vita lavorativa passata nella finanza e poi, nell'età della pensione, l'impegno nel volontariato creando un punto di riferimento per i giovani malati di tumore. Un obiettivo su tutti: promuovere la prevenzione e migliorare la vita dei pazienti nel corso delle terapie. Fra i desideri di Giorgio Ratti, c'era appunto un libro di questo tipo. Un "libro bianco - come disse a suo tempo in un' intervista all'ANSA - sulle storie dei malati, raccontate proprio da loro stessi, perché aiutino altri a stare meglio. E' molto importante infatti che nel momento in cui si sta combattendo, si sappia che dopo la malattia si ricomincia, si torna al lavoro, ci si sposa, si continua a vivere".
Le storie riportate e raccontate dagli stessi protagonisti (sono 24) tracciano il percorso di esperienze, che pur segnate da una dura prova, riescono ad "apprezzare ogni sfumatura della vita, le albe, i tramonti", che i ragazzi che non si sono trovati in questa situazione, "spesso non notano". "E' un inno alla vita - si legge nella quarta di copertina - è un modo di dire ai coetanei che lottando si può superare qualsiasi ostacolo, che non bisogna arrendersi mai, che la vita vale sempre la pena di essere vissuta anche se comprende momenti difficili". La pubblicazione si correda anche di una sezione che riporta consigli per la prevenzione. La sua vendita servirà come raccolta fondi per l'attività dell'Alteg che, fra l'altro, promuove incontri nelle scuole sul tema.
Per informazioni: www.alteg.it.
Commento al testo
di Francesca Marvaso, Volontaria di Servizio Civile FAVO presso l'helpline di AIMaC
Questo libro si apre con una serie di testimonianze di giovani adulti che in brevi racconti racchiudono e trasmettono con semplici parole, le emozioni, le angosce e le speranze provate durante il percorso di guarigione.
Quello che per prima cosa ho notato dalle parole di Nicola, Luisa, Filippo, Antonella, Livia, Silvia e gli altri ragazzi è che la diagnosi di tumore è sempre qualcosa di improvviso, come sentire la terra che si sgretola sotto i piedi e tu rimani lì, sospeso nel vuoto. Ma una cosa lega le loro storie “da un’esperienza di malattia grave non si è più quelli di prima... c’è la consapevolezza dell’aleatorietà della vita e con essa piano piano si convive”.
Le parole di questi ragazzi possono solo far immaginare, a chi non ha vissuto i sentimenti che scaturiscono da questa malattia, i “momenti terribili dove il male che hai dentro supera anche le prove fisiche e forse il male peggiore è quello dell’anima”. Giulio, nel suo racconto, nelle sue parole, con il suo vissuto, grida a gran voce che il tumore può farti perdere delle battaglie, lasciando dei feriti, come nel caso dei suoi familiari. Ma allo stesso tempo il suo messaggio è di grande speranza, “tumore, cancro, metastasi, non vogliono per forza dire fine”. Trovare la voglia di sperare, continuare a combattere perché vale la pena vivere. I momenti in cui la paura e lo sconforto superano la voglia di resistere ci sono, ma come dice Giulio, devono essere gocce in un mare di coraggio.
L’importanza di questo libro e il suo messaggio principale si basano su due concetti cardine: prevenzione e condivisione.La prevenzione permette di individuare precocemente eventuali segnali di allarme, al fine di intervenire tempestivamente ed evitare l’insorgere di situazioni che possano complicarsi nel tempo.La condivisione nasce dal potersi appoggiare all’altro nel momento in cui le speranze vengono meno. Nella vita non sempre ci si sente pronti ad affrontare un cambiamento, a volte la vita non aspetta che uno diventi pronto, ed è in quei momenti che il sostegno di un amico, di un familiare possono aiutarti e continuare a combattere.