Pubblichiamo la lettera inviataci da un lavoratore malato di cancro. Di seguito, la risposta di Elisabetta Iannelli e Francesco De Lorenzo.


Ill.mo Dott.                                   
Silvio BERLUSCONI     
Presidente del Consiglio                                                        
Ill.mo Dott.                                                                   
Giorgio NAPOLITANO
Presidente della Repubblica
Ill.mo Dott.
Gianfranco FINI
Presidente della Camera
Ill.mi Ministri del Governo Italiano
Spett.le
Tribunale per i diritti del malato (TDM)
Ill.mo Dott.
Francesco DE LORENZO
Presidente FAVO e AIMAC
Spett.li
Responsabili Nazionali Partiti
Organi di Informazione


Oggetto-PAZIENTI AFFETTI DA CANCRO E CONGEDI RETRIBUITI E NON RETRIBUITI.

Vengo a Voi,con questa mia, nel tentativo di sensibilizzare le Vs coscienze su alcuni aspetti e meccanismi che investono i pazienti affetti da’’ CANCRO’’ .

Mi chiamo Massimo [...].

Dal 1985 lavoro presso la Rai-Radiotelevisione Italiana,Sede Regionale per l’Abruzzo, con la qualifica di Responsabile della Segreteria Organizzativa del TGR Abruzzo.

A Febbraio 2010 , e per precisione il 20 febbraio 2010, ho scoperto,di avere un tumore al Pancreas,in seguito confermato da Tac e biopsia effettuata presso la clinica Pederzoli di Peschiera,con diagnosi di Adenocarcinoma al Quarto stadio,non operabile.
Ho iniziato ad Aprile un trattamento di chemioterapia presso l’unita’ Oncologica di Carrara ,diretta dal Prof. Maurizio CANTORE.
La terapia loco-regionale e sistemica e’ durata sei mesi ed ora dovro’ proseguire per ulteriori sei mesi con un progetto che prevede l’utilizzodi un farmaco in via sperimentale.

Per sei mesi ,ogni mese, mi sono dovuto recare a Carrara ed ora ,almemo per altri sei mesi,dovro’ recarmi a Carrara ogni mese.E certo a Carrara non ci andavo e non ci andro’ gratis.
Ovviamente , da Febbraio 2010 risulto essere in malattia,alla luce delle mie condizioni.

La commissione Usl che mi ha visitato mi ha riconosciuto una invalidita’ del 100% con diritto di accompagnamento di 24 ore su 24.
In questi mesi ho conosciuto molte persone affette dalla stessa patologia.Persone di diverso strato socio-culturale, ma tutte persone ferite sotto il profilo fisico e soprattutto morale.

Il cancro al Pancreas rientra in quel gruppo di tumori denominato Big-Killer , alla luce della elevatissima mortalita’ legata a questo tipo di tumore (95% di decessi entro i primi 5 anni).
Dopo 208 giorni di malattia consecutiva la Rai-Radiotelevisione Italiana, come prevede la legge attuale, ha provveduto a tagliarmi lo stipendio del 50%.
Ora avro’ diritto altri otto mesi pagati al 50 % e poi non percepiro’ piu’ stipendio fino alle soglie dei 24 mesi globali, trascorsi i quali l’Azienda potrebbe procede al mio licenziamento.

La commissione Usl che mi ha visitato mi ha concesso l’invalidita’ al 100% fino al 18 maggio 2011 ovviamente da riconfermare con ulteriore visita dopo quella data.
Fatta questa debita premessa e sottolineando che la mia missiva vuole investire un problema che riguarda non solo una sfera personale,ma investe migliaia di persone affette da tumore, volevo sottoporVi alcuni quesiti,evidenziando le incongruenze di una legge che presenta ancora molte lacune e penalizza i malati oncologici.

Dopo 208 giorni di assenza per malattia dovuta ad un cancro e non certamente ad un raffreddore e quindi dopo circa soli 7 mesi la legge prevede il taglio dello stipendio del 50% : ma veramente qualcuno di Voi pensa che un tumore come quello pancreatico si risolva in sette mesi? E Vi sembra giusto che se invece di un cancro io mi fossi rotto una gamba avrei potuto godere senza distinguo dei 7 mesi di malattia consecutivi pagati al 100% ? Vi sembra normale che una normale patologia possa essere equiparata ad un cancro?

Senza contare l’aspetto psicologico che una patologia del genere comporta.Portarsi dentro una sorta di serial-killer biologico, che puo’ ucciderti in qualche mese, non e’  una bella sensazione e certo dopo solo 7 mesi ritengo che sia abbastanza difficile riprendere una normale attivita’ lavorativa senza che nulla fosse accaduto, per evitare il taglio dello stipendio del 50%.

E vi siete mai chiesti in che condizioni psicologiche si possa ritrovare una persona dopo 7 mesi che si trova con un cancro al pancreas, ancora sotto terapia e dello stipendio decurtato del 50% ? Il che,se ti va bene,equivale a dire che vai a guadagnare dalle 700 alle 1000 euro al mese a fronte di uno stipendio di 2000 euro mensili. Se sei fortunato !!!
Ogni mese che sono dovuto andare a Carrara non ho speso meno di 300 euro a viaggio (fra spese di soggiorno,autostrada,carburante e via dicendo).

Inoltre l’art.42 del Decreto lgs.151/2001  riconosce al lavoratore-genitore  e-o coniuge di un portatore di ‘’handicap in situazione di gravita’’’,il diritto a un perioso di congedo straordinario retribuito,continuativo o frazionato, per un massimo di 2 anni.
Mentre analogo trattamento non viene riconosciuto a chi sta veramente male.
Infatti l.53/2000 riconosce al lavoratore dipendente (pubblico o privato) il diritto ad periodo di congedo non retribuito,continuativo o frazionato,fino al massimo di 2 anni .

Insomma…se hai il cancro dopo 7 mesi ti tagliano lo stipendio del 50% e dopo altri sette mesi non percepisci piu’ lo stipendio , se invece assisti un malato hai diritto ad un congedo retribuito fino a due anni ed il tuo stipendio non viene toccato.

Ma non Vi sembra una assurdita’ ?
Non dovrebbero essere quantomeno equiparati i due trattamenti?

Insomma…io che mi becco un cancro e dopo 7 mesi sono ‘’costretto’’ a rientrare al lavoro e-o a vivere in condizioni economiche disagiate (per il taglio dello stipendio) mentre chi mi assiste potrebbe in teoria assentarsi per 24 mesi senza perdere un euro?
E ,soprattutto in caso di tumori gravi come quello pancreatico , non Vi sembra che il limite di due anni sia il minimo che andrebbe concesso di congedo retribuito? Sempre ammesso che uno  riesca a sopravvivere  24 mesi.

Inoltre…se una commissione sanitaria ti riconosce una invalidita’ al 100% per almeno un anno rivedibile, come e’ possibile che solo dopo 7 mesi ti venga decurato lo stipendio del 50% ?

Per la commissione sanitaria sono un invaludo al 100% fino almeno al 18 maggio 2011 , mentre per la Rai-Radiotelevisione Italiana dopo 7 mesi o reintro al lavoro oppure mi tagliano lo stipendio del 50%.
Non Vi appare una grande ed assurda incongruenza? Se sono invalido al 100% fino al 18 maggio 2011 ,almeno, come faccio a tornare al lavoro? O meglio…se la commissione sanitaria ti giudica invalido al 100% fino al 18 maggio 2011 vuole dire che ritiene anche improbabile e difficile un tuo rientro in servizio solamente dopo sette mesi.
Ma per le Aziende no ! Dopo sette mesi,in piena terapia oncologica che deve proseguire, o torni al lavoro oppure scatta la decurtazione dello stipendio prima del 50% e poi totale.
Come una mannaia.
In piena malattia , invalidante sia fisicamente che psicologicamente.

Cosi’…tanto per darti un aiuto materiale e psicologico, la legge permette che ti si tagli lo stipendio dopo solo sette mesi.
Avete mai provato a vivere con meta’ stipendio , con un cancro addosso non risolto , con sei mesi di dura terapia oncologica sulle spalle e con almeno altri sei mesi di dura terapia oncologica da fare, nella speranza di sopravvivere al grande Bik-Killer?
Io lo sto provando in questi giorni.

Ed e’ veramente ‘’umiliante’’.Umiliante sotto tutti gli aspetti.Umiliante e vergognoso.Non solo per me, ma per tutti quei malati di cancro che si vedono costretti ad arrabattarsi economicamente,come se non bastassero i danni fisici-morali e psicologici di questa tremenda malattia.

Spero in un Vostro cortese riscontro e spero che ci sia da parte Vostra un impegno a cambiare una legge inumana.

Pescara,li’ 27.102010




Caro Massimo,
avendo vissuto sulla nostra pelle l'esperienza del tumore, le siamo particolarmente vicini in questo momento.
Da molti anni dedichiamo il nostro impegno come rappresentanti del volontariato oncologico per contribuire a migliorare la tutela dei diritti dei malati di cancro e con AIMaC e FAVO siamo riusciti ad ottenere importanti vittorie anche per garantire il posto di lavoro ed il sostegno economico di chi si ammala come documentato su www.aimac.it e www.favo.it Un diritto ignorato, però, è un diritto negato, e per questa ragione uno dei servizi offerti dal volontariato è l'informazione, le consigliamo di leggere la pubblicazione di AIMaC su "I diritti del malato di cancro" scaricabile dal sito www.aimac.it.

Da ciò che scrive non si evince se ha usufruito di alcuni benefici connessi con l’accertamento dell’invalidità e dello stato di handicap grave : La legge 104 del 1992 stabilisce che con il riconoscimento dello stato di handicap in situazione di gravità (comma 3) il lavoratore malato ha diritto a 3 giorni al mese o 2 ore giornaliere di permessi retribuiti. L’art. 26 della legge 118 del 1971 riconosce il diritto al congedo retribuito di 30 giorni all’anno per cure. Con il riconoscimento dell’invalidità superiore al 50% la persona avrà diritto a 30 giorni all’anno (anche non continuativi) di congedo retribuito dal datore di lavoro per cure mediche connesse allo stato di invalidità.

Tali giorni si sommano ai giorni di malattia previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato alla sua categoria, per tanto non vanno computati ai fini del periodo di comporto. Vi è poi la possibilità di accedere a prestazioni di tipo previdenziale, nel caso in cui il suo ente fosse l’INPS, avrebbe diritto all’ assegno ordinario di invalidità che spetta al lavoratore dipendente che presenti i seguenti requisiti: sia affetto da infermità fisica o mentale tale da ridurre permanentemente la capacità lavorativa, in occupazioni confacenti alle sue attitudini, a meno di un terzo; sia iscritto all’INPS da almeno 5 anni; abbia un’anzianità contributiva di almeno 5 anni, anche non continuativi (260 contributi settimanali), di cui almeno 3 anni (156 settimane) versati nel quinquennio precedente la domanda di assegno ordinario di invalidità. La domanda va presentata presso una sede dell’INPS sull’apposito modulo, allegando i certificati anagrafici e dichiarazioni sostitutive richiesti, certificato medico attestante l’infermità fisica o mentale che ha ridotto la capacità di lavoro.
Per maggiori informazioni può contattare l'help line dell’AIMaC al numero verde 840503579 o al numero 064825107, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 19.00.

Esistono poi altre tutele giuridiche, previste dalla contrattazione collettiva, specifiche per i malati oncologici o per quelli affetti da patologie gravi (come quella oncologica) per cui sono necessarie terapie salvavita (come la chemioterapia), che prevedono che i giorni di ricovero ospedaliero o di trattamento in day hospital e i giorni di assenza per sottoporsi alle cure siano esclusi dal computo dei giorni di assenza per malattia normalmente previsti e vengano retribuiti interamente. Ciò non solo prolunga indirettamente il periodo di comporto, evitando in taluni casi il licenziamento, ma garantisce al lavoratore il mantenimento dello stipendio che, altrimenti, dopo un certo periodo di assenza per malattia, sarebbe ridotto o azzerato come lei denuncia. Un altro strumento giuridico previsto da alcuni Contratti Collettivi per tutelare i lavoratori affetti da patologie gravi è il così detto comporto lungo.

Questo provvedimento prevede non solamente un lasso di tempo prolungato rispetto all'ordinario periodo di conservazione del posto di lavoro, ma allunga anche il periodo in cui la retribuzione non viene decurtata. Il comporto lungo è la giusta risposta giuridica alla lamentata parità di trattamento tra malattie gravi e non gravi. Purtroppo però anche questo istituto non è stato recepito in tutti contratti collettivi di lavoro creando gravi e ingiuste sperequazioni tra i lavoratori. Da tempo è impegno del volontariato oncologico e nostro personale di far estendere dette tutele a tutti i lavoratori, in alcuni casi ciò si è realizzato ma c'è ancora molto da fare.

Un abbraccio virtuale di concreto sostegno

Avv. Elisabetta Iannelli
Prof. Francesco De Lorenzo