Nell' articolo a firma di Francesca Angeli pubblicato sul Giornale del 13 settembre scorso, l'intervento del Preseidente FAVO Francesco De Lorenzo  sul mercato illegale di farmaci antitumorali che danneggia i malati oncologici.

Sequestro per 4 milioni di euro. E il mercato nero umilia i malati

Dietro il traffico di farmaci antitumorali c’è un mercato illegale dove a rimetterci sono comunque e sempre i malati. Come sottolinea Francesco De Lorenzo, ex ministro della Sanità e attuale presidente Favo, il danno è duplice. Ai pazienti, ai quali vengono sottratti farmaci essenziali alla sopravvivenza, e ai malati inconsapevoli, ai quali questi farmaci rubati e spesso ad elevata tossicità verranno somministrati in strutture adeguate.

Francesca Angeli

 

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Sequestro per 4 milioni di euro. Il rischio del mercato nero. Disparità di cure tra le regioni

Traffico di farmaci ad altissimo rischio. L’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Cremona e condotta dai Nas dei carabinieri che ha portato al sequestro di 824 confezioni di medicinali per un valore di quasi 4 milioni di euro, scoperchia un vaso di Pandora e svela un mercato illegale dove a rimetterci sono comunque e sempre i malati.

Come sottolinea Francesco De Lorenzo ex ministro della Sanità e attuale presidente Favo, la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, il danno è duplice. Da un lato prima di tutto per i pazienti ai quali vengono sottratti farmaci essenziali alla sopravvivenza e dall’altro per i malati, inconsapevoli, ai quali questi farmaci, spesso ad elevata tossicità verranno somministrati in strutture non adeguate e non rispettando i criteri di appropriatezza.

<< Si tratta di terapie specifiche da somministrare esclusivamente attraverso strutture ospedaliere che rispettino tutti gli standard di sicurezza. Sono dunque anche difficili da ricollocare. – osserva De Lorenzo. – Se è stato scoperto un traffico evidentemente c’è una forte richiesta da parte del mercato estero dive probabilmente verranno impiegati in cliniche o strutture prive delle garanzie di sicurezza dei nostri ospedali>>.

I farmaci erano destinati in Europa e in Medio Oriente ma prevalentemente finivano in Nord Africa. I furti sono iniziati nel 2017 e grazie all’indagine <<Dawaa>> sono stati individuate le farmacie ospedaliere e le aziende sanitarie territoriali dalle quali sono stati sottratti i farmaci. Tra gli altri coinvolti dai furti gli ospedali San Giovanni Bosco ed Ascalesi di Napoli, San Timoteo di Termoli e le Aziende Sanitarie

Provinciali, deputate da distribuire i medicinali alle strutture pubbliche su base territoriale, di Catanzaro, Caltagirone e Rutigliano. I reati ipotizzati sono associazione a delinquere, ricettazione, furto aggravato e commercio di farmaci guasti ed imperfetti. Sono 18 le misure cautelari: 14 di custodia cautelare e 4 restrittive.

Il furto di farmaci aggrava una situazione già molto difficile come da anni denunciano le associazioni di volontariato che cercano di fare fronte alle mille difficoltà alle quali vanno incontro i malati oncologici. La Favo da anni si batte per ottenere parità di accesso alle terapie innovative in tutte le regioni italiane. << Le disparità di accesso ai farmaci oncologici innovativi purtroppo permangono – spiega De Lorenzo – Anche se nell’ultimo anno la situazione è migliorata ad esempio in Campania ed in Puglia>>. Fanalino di coda ancora una volta la Calabria. E De Lorenzo denuncia anche il fenomeno dell’accaparramento. Farmaci che in Italia hanno costi contenuti vengono comprati in grandi quantità e poi rivenduti all’estero nei paesi che hanno prezzi base più alti. A fronte dei farmaci chemioterapici messi a disposizione dalla sanità pubblica i malati devono comunque affrontare costi pesanti. La Favo aveva calcolato che la spesa out of pocket sostenuta dai malati di cancro ammonta a 5 miliardi di euro l’anno. Mentre il servizio sanitario nazionale spende per i malati oncologici circa 16 miliardi di euro.

Tra i costi a carico del malato le visite mediche (1,1 miliardi), i trasporti e i soggiorni sul luogo di cura (1,5 miliardi), i farmaci (808 milioni) e gli interventi di chirurgia ricostruttiva (425 milioni). Una realtà che riguarda i 3 milioni e 300.000 malati di cancro in Italia di cui 700 mila sono attualmente in trattamento. << I costi per evitare le complicazioni e quelli sociali sono ancora altissimi>>, conclude De Lorenzo.