Il prossimo 4 febbraio, in occasione del «World Cancer Day», la Commissione Europea darà il via formalmente alle consultazioni per la stesura del Piano Oncologico Europeo.
Le Associazioni di Volontariato rappresentate da ECPC (European Cancer Patient Coalition) e già ricevute in audizione a Bruxelles dalla Commissaria UE alla Salute Stella Kyriakidou lo scorso 20 gennaio, hanno avanzato diverse proposte per dar voce ai pazienti e porre le basi di questo importante documento: un network di comprehensive cancer center ogni milione di abitanti, l'inserimento nel Piano degli ERN, ossia le Reti Europee di Riferimento per malattie rare e tumori rari, e la realizzazione di un modello di controlli multidisciplinari per seguire le persone guarite.
«L’incontro con il commissario, rappresenta un’apertura molto importante perché dimostra che il contributo delle associazioni dei pazienti è considerato imprescindibile per garantire nelle singole nazioni uno standard di qualità omogeneo»– dichiara Elisabetta Iannelli, Segretario Generale di FAVO (Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia) e vicepresidente Aimac (Associazione italiana malati di cancro) al quotidiano Avvenire.
L’Italia ad esempio mostra ancora forti disparità territoriali per accesso alle cure e il malato di cancro è chiamato spesso a mettere mano al portafoglio per sopperire ad una serie di esigenze mediche e assistenziali non del tutto ricoperte dall’assistenza pubblica. Ammonta infatti a quasi 5 miliardi di euro la spesa complessiva annua sostenuta direttamente dai malati, numeri destinati ad aumentare nel prossimo anno. Un dato allarmante che emerge dallo studio sui costi sociali ed economici del cancro presentato nell’11° Rapporto FAVO sulla condizione assistenziale dei malati oncologici presentato in Senato a Maggio 2019.
Iannelli in questa intervista sottolinea inoltre la necessità di assicurare strumenti di sostegno ed inclusione sociale a chi sopravvive alla malattia, in modo da garantire ai pazienti non solo una guarigione clinica ma anche "sociale”.
«La stesura e il varo del Piano europeo – conclude Iannelli – possono essere stimoli significativi per portare l’Italia ad attuare ciò che, finora, è rimasto sulla carta».
Per approfondire: