Nelle scorse settimane, Fondazione AIOM ha lanciato la campagna “Io non sono il mio tumore”, per sensibilizzare le istituzioni verso la necessità di una legge sul Diritto all’Oblio oncologico. Tale legge consentirebbe alle persone che hanno avuto un cancro di non dover dichiarare nelle richieste di mutui, prestiti, assicurazioni e adozioni la propria esperienza di malattia, accedendo così a servizi finanziari altrimenti preclusi.
Grazie ad una sollecitazione di FAVO, da sempre impegnata su questi temi, c’è di più. La campagna “io non sono il mio tumore” (qui la descrizione), sul diritto all’oblio, ha fatto proprio anche il diritto alla riabilitazione oncologica.
Il motivo è chiaro: il ritorno a una vita normale, produttiva e “di qualità” può essere assicurato solo da una tempestiva riabilitazione oncologica, condizione per un pieno recupero fisico, nutrizionale, cognitivo, psicologico e sociale.
Riabilitazione e diritto all’oblio vanno dunque di pari passo: solo il riconoscimento dell’accesso alla riabilitazione oncologica può determinare una vera guarigione, anche sociale e, con essa, la possibilità di godere dei benefici derivanti dal riconoscimento del diritto all’oblio.
Abbiamo portato queste nostre osservazioni a Fondazione AIOM, che le ha pienamente recepite, riconoscendole come fortemente migliorative.
Per questi motivi, il Direttivo di FAVO ha deliberato di aderire all’iniziativa come Federazione, e di promuovere la raccolta firme ad essa connessa.
La firma di ciascuno è determinante, perché a tutti i malati di cancro sia riconosciuto il diritto all’oblio oncologico e, con esso, quello alla riabilitazione, per una piena guarigione (anche sociale) dal cancro!
Per apporre la tua firma: https://dirittoallobliotumori.org/cosa-fare/raccolta-firme/