17 novembre: un impegno comune per fare dell’Italia un modello in Europa nella lotta contro il tumore alla cervice uterina
Oggi si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione del tumore della cervice uterina, in occasione del terzo anniversario della call to action lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per conseguire questo importante traguardo entro il 2030. Il 17 novembre i palazzi istituzionali si tingono di verde teal – colore simbolo di questa battaglia – per portare l’attenzione delle Istituzioni e della società civile sull’importanza della prevenzione e per ricordare che queste patologie sono facilmente prevenibili attraverso la vaccinazione e lo screening.
Nella quasi totalità dei casi, il tumore alla cervice uterina è causato da infezioni da HPV che continuano a rappresentare, nel nostro Paese e nel mondo, una grave emergenza di salute pubblica. L’OMS stima che ogni anno in Europa a oltre 66.000 donne viene diagnosticato il cancro cervicale e nel nostro Paese ci sono quasi 5.000 casi di tumore ogni anno.
Purtroppo, nonostante gli sforzi per recuperare le prestazioni arretrate a causa della pandemia, i dati del Ministero della Salute, aggiornati al 31 dicembre 2021, mettono in luce che il nostro Paese si trova ancora lontano dagli obiettivi di copertura fissati a livello nazionale ed internazionale. Le undicenni vaccinate con ciclo completo erano il 32,22%, contro il 41,6% del 2019, mentre i dati peggiorano ulteriormente se si considera la popolazione maschile, dove solo il 26,75% degli undicenni è stato immunizzato nel 2021, a fronte del 32,25% del 2019. La copertura per ciclo completo nella coorte delle quindicenni – utilizzata dall’OMS come riferimento nelle sue statistiche – si attesta invece intorno al 70%.
Sul fronte della prevenzione secondaria, la sorveglianza PASSI dell’Istituto Superiore di Sanità rileva che nel biennio 2020-2021 i dati sugli screening, considerati in aggregato come somma tra screening cervicali organizzati e screening cervicali spontanei, sono peggiorati rispetto agli anni precedenti: il 77% delle donne fra i 25 e i 64 anni di età si è sottoposta allo screening cervicale (Pap-test o HPV test), registrando una diminuzione del 3% rispetto al triennio 2016-2019.
Siamo dunque ancora lontani dagli obiettivi fissati dallo Europe’s Beating Cancer Plan, che intende supportare gli stati membri dell’UE nelle strategie vaccinali di ragazze e ragazzi, al fine di arrivare a una copertura del 90% e consentire al 90% della popolazione target l’accesso agli screening oncologici. Il rischio è quello di avere una generazione di giovani non immunizzati e pertanto esposti a possibili lesioni cancerose.
Per questo motivo, il gruppo di associazioni firmatarie del Manifesto per l’eliminazione dei tumori HPV-correlati – LILT, Fondazione Umberto Veronesi, FAVO, Fondazione IncontraDonna, CittadinanzAttiva, ThinkYoung, Consiglio Nazionale dei Giovani, ACTO Italia, LOTO OdV e aBRCAdabra ETS – plaude anche quest’anno alla scelta di illuminare i palazzi istituzionali e di celebrare questa ricorrenza. “È necessario agire in fretta e recuperare il terreno perso – sottolineano le associazioni firmatarie – intervenendo soprattutto tramite campagne di sensibilizzazione che siano rivolte a giovani e famiglie, coinvolgendo il mondo dell’istruzione e dello sport, e tramite iniziative che promuovano la cultura della prevenzione e rendano accessibili screening e vaccinazione ad un numero sempre maggiore di persone”.
Attraverso l’illuminazione di Palazzo Chigi, il Governo italiano ha voluto nuovamente ribadire anche quest’anno la sua vicinanza alla società civile e alle molte associazioni che lavorano ogni giorno al fianco dei cittadini per vincere la sfida contro il tumore alla cervice uterina e i tumori HPV-correlati.
Il 17 novembre è l’occasione per ricordare a tutti un traguardo imprescindibile: fare dell’Italia il primo Paese europeo a eliminare il cancro cervicale.