Roma, 17 dic. - "Non vogliamo che esigenze di bilancio possano pregiudicare la nostra sicurezza attraverso il ricorso ai farmaci biologici in versione generica", afferma inoltre Elisabetta Iannelli, segretario Favo. Una proposta di legge su questo tema, su iniziativa del senatore Cesare Cursi, giace in Parlamento dal 2008 ma ancora non si e' trasformata in legge.
I sondaggi promossi nei mesi scorsi dalle Societa' scientifiche su questa materia hanno evidenziato come, anche fra i tecnici, regni ancora molta confusione: il 95% degli oncologi e il 98% dei nefrologi ha ammesso di aver bisogno di piu' informazioni su queste molecole.
Un importante lavoro di divulgazione e' gia' stato svolto da Aiom, che ha prodotto un booklet specifico, un sito (www.biosimilari.it), numerosi seminari nazionali e regionali, indagini e tavoli di lavoro. "Il punto fondamentale e' la reazione immunogenica che ogni preparato biologico puo' scatenare - continua Cognetti -. Nei farmaci biotech e' stata attentamente valutata mediante appositi studi ed e' continuamente monitorata mentre, allo stato attuale i biosimilari godono di una procedura di messa in commercio in base a un numero inferiore di studi clinici rispetto alle molecole originatrici. Bisogna stare in guardia affinche' non passi una logica del risparmio a tutti i costi".
Cosa devono sapere i pazienti? "In primo luogo che e' sbagliata l'equazione fra biosimilare e generico - spiega De Lorenzo - un concetto troppo semplicistico che potrebbe spingerli a sottovalutare i possibili effetti della molecola. Inoltre, chiediamo di venire inclusi nei gruppi di lavoro che si stanno occupando della materia, dal punto di vista scientifico e legislativo. Crediamo che anche in questo campo, di alta tecnologia, la voce del malato debba essere ascoltata". Fondazione Aiom e Favo, dopo il meeting di oggi, avvieranno insieme un percorso di sensibilizzazione che si sviluppera' nel corso del prossimo anno.
Fonte: AGI del 17 dicembre 2009