di Elisabetta Iannelli
"E' interesse precipuo del legislatore e della pubblica amministrazione favorire il recupero e il reinserimento dei lavoratori colpiti da malattie, specie se gravi, e ridurre al minimo la necessità di rimanere fuori dal ciclo produttivo durante il periodo di cura della patologia".
Con queste premesse si apre la circolare applicativa del Decreto Legge n° 112/2008 convertito poi nella legge 133, appena firmata dal ministro per la Funzione Pubblica Renato Brunetta, volta eliminare le storture nell'applicazione della legge stessa che, nata per ridurre le assenze per malattia dei lavoratori della Pubblica Amministrazione, si era trasformata, soprattutto per i malati di cancro, in una sorta di regime di "arresti domiciliari" a causa dei vincoli imposti da una reperibilità a detta di tutti assai punitiva.
Nella circolare si chiarisce che le fasce di reperibilità (che restano dalle 8 alle 20, con interruzione tra le 13 e le 14, poiché tali orari sono fissati dalla legge e non sono modificabili, neppure dai contratti collettivi) sono finalizzate all'esperimento della visita di controllo. Qualora però il dipendente comunichi in tempo la necessità di assentarsi dal proprio domicilio per visite o terapie, l'amministrazione deve adeguarsi. Inoltre, poiché l'amministrazione non deve sprecare risorse in controlli inutili, salvo casi particolari non deve disporre la visita di controllo se la patologia con necessità di astenersi dal lavoro è già stata accertata e documentata da struttura specialistica pubblica.
Sarà responsabilità del dirigente tenere conto, di volta in volta, delle specifiche circostanze e decidere se e quando disporre il controllo fiscale per un malato con diagnosi già accertata. Per favorire l'inserimento lavorativo, inoltre, la circolare richiama l'attenzione delle Amministrazioni su istituti quali il tempo parziale e il telelavoro, che possono consentire al dipendente di continuare a prestare la propria attività anche durante le cure, soprattutto quando queste sono di lunga durata. Si ribadisce il diritto dei malati oncologici a richiedere la trasformazione reversibile del tempo pieno in un tempo parziale nonché quello alla priorità della stessa trasformazione per i parenti che assistono i malati oncologici.
Infine, "si sottolinea l'importanza di un più esteso utilizzo di modalità flessibili di gestione del rapporto atte a favorire la prestazione lavorativa anche nel corso dei periodi di malattia e di cura, e a diminuire l'esigenza di fruire dei congedi da parte dei lavoratori, incentivandone il più rapido e sostenibile ritorno all'attività produttiva". E ancora "si richiama l'attenzione delle Amministrazioni sulla necessità che gli enti assumano concrete iniziative per l'avvio o l'estensione dei progetti di telelavoro".
In definitiva, il Ministro invita le amministrazioni ad usare ogni strumento disponibile per favorire il mantenimento della continuità lavorativa e il minor ricorso all'assenza per malattia, per evitare l'emarginazione della persona malata e l'esaurimento del periodo di assenza autorizzabile, che esporrebbe al rischio di perdita dapprima della retribuzione e, in ipotesi, anche del posto di lavoro nelle malattie e convalescenze più lunghe. Tale rischio è più alto per i settori nei quali i contratti collettivi ancora non escludono le cure salvavita dal computo della malattia.
Articolo originale: http://www.aiote.org/det_art.asp?art=820