Fonte: APCom-Salute

Roma, 5 mag. (Apcom) -"Una vita migliore per chi è sopravvissuto al cancro". Lo chiede Lance Amostrong, oggi a Roma al Policlinico Gemelli, come testimonial di se stesso e della sua battaglia per dare una vita migliore a chi è sopravvissuto al cancro ed ha davanti a sé ancora molti anni da vivere. Un grande ciclista, Amostrong, che ha vinto non solo diversi Giri d'Italia ma, soprattutto il cancro che gli era stato diagnosticato a soli 25 anni. Ora, forte della sua esperienza vissuta in prima persona, è ritornato sulla bicicletta per portare avanti la sua campagna di solidarietà e sensibilizzazione su questa terribile malattia con la quale convivono, in tutto il mondo, 28 milioni di persone."Non esiste una famiglia - ha detto in conferenza stampa Carlo Barone, Direttore dell'Unità Operativa di Oncologia Medica del Policlinico Gemelli - che non venga colpita, prima o poi, dal cancro".

Una malattia che rappresenta la prima causa di morte nella maggior parte dei paesi industrializzati e che non si risolve nei suoi aspetti sanitari perché ha "effetti secondari" indelebili, ha detto Amstrong. Chi è stato malato di cancro, ha spiegato, vive una vita da diverso, vive uno "stigma": emarginato dal mondo lavorativo e sociale e financo dalla sua stessa famiglia. Lo scopo della "Lance Amstrong Foundation", fondata nel 1997 da lui e da chi, come lui, è sopravvissuto al cancro, è quello di dare una vita migliore, ma soprattutto normale, dal punto di vista sociale e lavorativo, agli ex malati di tumore e sconfiggere la "stigmatizzazione" che ancora condiziona la loro vita."Siamo riusciti - ha detto - a far parlare di più di questa malattia anche qui in Italia e uno dei nostri obiettivi è creare più consapevolezza sia in chi è sopravvissuto, sia negli altri facendo, cambiare di fronte alla malattia, il punto di vista da negativo, che non vede un futuro, a positivo che guarda ad una possibile guarigione".
Quello dei malati di cancro e dei sopravvissuti è una tematica che deve essere affrontata a livello politico, ha detto Elisabetta Iannelli, Vicepresidente dell'AIMAC, Associazione Italiana Malati di Cancro e segretario del F.A.V.O. Federazione delle Associazioni Volontariato in Oncologia, che raccoglie più di 400 associazioni, intervenendo in conferenza stampa.

"Abbiamo chiesto che venga varato il Piano Oncologico Nazionale", ha sottolineato. "Fu presentato in bozza quando c'era Umberto Veronesi come Ministro della Salute, è stato ripresentato da Livia Turco ed ora dal ministro Sacconi. Al Piano abbiamo dato un contributo importante, e speriamo, come il ministro Sacconi ci ha assicurato, che venga varato prima dell'estate, forse entro giugno". Si tratta di un passo importante, ha detto Iannelli, che dovrebbe avviare a livello nazionale una politica che uniformi il trattamento terapeutico su tutto il territorio italiano. "Gli italiani - ha detto - non sono uguali di fronte alla tragedia del cancro, perché non tutti i cittadini italiani hanno lo stesso accesso ai trattamenti diagnostici o alle terapie che, invece, dovrebbero essere uguali per tutti. Oggi accade che, farmaci che sono assicurati in una regione, non lo siano in un'altra. Noi non vogliamo che questa disuguglianza si aggravi con il passaggio al federalismo fiscale".