(ANSA) - ROMA, 21 OTT - In Italia vivono circa due milioni di persone che hanno avuto una diagnosi di cancro. Dei 250mila nuovi casi diagnosticati ogni anno, la metà guarisce o convive con la malattia più o meno a lungo. Tuttavia chi deve recuperare le proprie funzioni fisiche e psichiche dopo essere guarito o dovendo convivere con un cancro ha molti ostacoli da superare, perché la riabilitazione per i malati oncologici è diffusa a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Ne ha parlato oggi la Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) che ha presentato il Libro bianco sulla riabilitazione oncologica.
"La riabilitazione oncologica - ha spiegato Francesco De Lorenzo, presidente Favo - è fondamentale, visto che ogni anno aumenta il numero di persone che diventano malati cronici.
Riabilitare e recuperare le proprie funzioni è importante anche per un recupero produttivo e il ritorno al lavoro, oltre che per migliorare la propria qualità di vita". Dal censimento condotto dalla Favo su 315 centri di riabilitazione nel 2005-2006 e poi verificato nel 2007-2008, è emerso che la maggior parte delle strutture è concentrata nelle regioni settentrionali, in particolare Piemonte e Lombardia, mentre vi é ancora una grande carenza in quelle meridionali. Nel 55% dei centri la casistica oncologica rappresenta una percentuale minima del volume di attività. Solo nell'8,25% dei casi il programma riabilitativo viene ipotizzato prima dell'intervento chirurgico, mentre in tutte le altre occasioni è affrontato alla comparsa dei sintomi o dopo l'operazione. Generalmente la patologia mammaria, quella cervico-cefalica, problemi respiratori e patologie neurologiche legate al tumore. Le liste d'attesa vanno da 1 a 60 giorni.