È la campagna elettorale il momento in cui la politica dovrebbe occuparsi con serietà di cose serie. Una delle più serie è la sanità. In particolare vorrei assicurare al professor Francesco De Lorenzo tutto l’appoggio, mio e dell’UDC, alla Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia.
La gravità e incidenza dei tumori nelle dinamiche sociali è dimostrata dai 195mila morti di cancro ogni anno in Italia e dai ben 6 milioni di italiani coinvolti direttamente o indirettamente in vicende che accompagnano queste malattie così temibili e dolorose.
Nessuno ha il diritto di guardare dall’altra parte e considerare il problema come estraneo. Le forze politiche, soprattutto, hanno il dovere e la responsabilità di offrire ai malati di tumore e ai loro familiari le condizioni migliori sia per la cura che per la riabilitazione. Volentieri, perciò, accolgo l’appello dalla FAVO e del professor De Lorenzo a lavorare, al Governo e/o in Parlamento, per compiere le scelte strategiche necessarie ad assicurare ai malati cronici e ai guariti un’adeguata assistenza socio-sanitaria, garantire la riabilitazione oncologica dal momento della diagnosi, applicare correttamente le leggi a tutela dei malati e delle loro famiglie, fare nuove leggi per assicurare il diritto al lavoro durante e dopo le cure, favorire la somministrazione appropriata dei nuovi farmaci mirati, e rendere effettiva l’accessibilità alla terapia del dolore mediante la semplificazione delle procedure.
È vero, bisogna considerare alcune spese necessarie (ma direi, in questo caso, più che necessarie, doverose) e quindi un vero e proprio investimento nella salute. La situazione di tanti malati che sono riusciti a sconfiggere la malattia e ne combattono le conseguenze, fisiche e psicologiche, impone l’uso di risorse come una “misura di accantonamento” per prevenire i disagi, individuali e sociali, di milioni di persone. Il Sistema Sanitario non può restare inerte di fronte alla grande sfida che i “guariti” si trovano ad affrontare usciti dal tunnel.
Anche la riabilitazione dev’essere un diritto garantito, non negato, come spesso succede, e dev’essere riconosciuta come una priorità da perseguire a livello nazionale e regionale. Bisogna poi semplificare l’iter dei diritti previdenziali, evitando l’obbligo per chi chiede l’assegno d’invalidità di dichiarare all’INPS di non svolgere attività lavorativa. Un autentico paradosso disincentivare il lavoro, quando il mantenimento di un legame sia pur minimo col mondo produttivo è precondizione di una ritrovata qualità della vita per chi ha tanto sofferto e ancora soffre.
È giusto quanto propongono il professor De Lorenzo e la FAVO riguardo al mercato del lavoro, cioè introdurre la possibilità di passare dal tempo pieno al tempo parziale per potersi meglio curare, mantenendo il diritto a riprendere l’orario normale appena sarà possibile. Altri adeguamenti vanno realizzati rispetto alla diversità dei contratti di lavoro, perché non vi siano regole discriminatorie.
Accogliamo, infine, la proposta di istituire un fondo ad hoc per i farmaci innovativi ad alto costo in oncologia, così come quella di semplificare le procedure per la prescrizione dei farmaci contro il dolore.
In generale, riteniamo che siano necessari più interventi di carattere sociale e finanziario, ma anche sanitario e assistenziale, a sostegno di chi deve affrontare una emergenza come il tumore. Prevediamo per gli anziani non autosufficienti, così come per i diversamente abili, bonus e detrazioni, strutture residenziali idonee, interventi a favore della permanenza in ambito familiare e in quello sociale di provenienza, aiuti alle famiglie anche in ordine al mutuo della casa. Bisogna dare un forte impulso anche all’assistenza domiciliare, attraverso reti integrate di servizi sul territorio.
Auguro al professor De Lorenzo e alla FAVO di riuscire, nell’interesse dei malati e dei loro familiari e cioè di milioni di cittadini italiani, a scuotere la pubblica opinione e incalzare le istituzioni ad affrontare con tempestività problemi gravi che richiedono, per essere risolti, solo la nostra attenzione.Pier Ferdinando Casini