Liliana Dama, membro dell’associazione ALTS di Napoli, si racconta attraverso le pagine del suo libro “voglia di leggerezza”, una voglia che sente di affermare quando scrive: “rivendicando così il diritto di esprimere un mio desiderio, in un periodo in cui sono particolarmente oppressa dalla pesantezza”. La pesante concretezza di un corpo che ha vissuto notevoli modificazioni nel corso della sua vita, da quelle più naturali delle gravidanze a quelle dolorose determinate dalla malattia oncologica. A proposito di questa esperienza Liliana racconta: “percepisco il mio corpo come un nemico che mi ha tradito e il cancro, pur essendo altro da me, diventa intimamente parte di me”. Una sorta di “schizofrenia corporea” scissa tra la ricerca del benessere e l’angoscia della distruzione, un po’ come l’ “intrinseca dicotomia” dell’acqua con le sue infinite capacità generative, ma anche con la potenza devastatrice di uno tsunami o di un fiume in piena che tutto travolge. La stessa dicotomia di un tempo in cui la dimensione del futuro sembra restringersi, anche a favore di un presente in cui si agisce anziché rimandare, e di un passato che si dilata nella piacevolezza di ricordi che sembrano custodire la leggerezza che l’autrice va ricercando. Un serbatoio di ricordi da cui Liliana trae la forza per affrontare il presente, raccontandosi e facendoci partecipi di chi è e da dove viene. Ci si perde così tra le vacanze di un’infanzia libera e spensierata, tra il dolce ricordo di un nonno “senza tempo” e di un padre sicuro e avventuroso, tra il romanzo femminile di madri, figlie e sorelle e il sogno di sentirsi per un giorno come la principessa del Gattopardo. Questo libro testimonia alcuni frammenti della vita di una donna che per la sua storia personale e professionale ha vissuto intensamente e da diverse prospettive l’esperienza del cancro e che sceglie di narrarla a chi troverà uno spazio per ascoltarla.

 

Liliana Dama, voglia di leggerezza, 2007; Alfredo Guida Editore, Napoli