Ogni anno nel Lazio si stimano circa 15.000 malati terminali di tutte le età, di cui, solo nel Comune di Roma, se ne contano circa 12.000. La causa principale è il tumore, che provoca circa 2,8 decessi ogni 1.000 abitanti.
Lo scorso anno, nell’ambito del Piano di rientro, il settore è stato ridisegnato con l’approvazione del decreto sulla rete oncologica che punta a garantire un percorso assistenziale certo per tutti i cittadini del Lazio.

Per quanto riguarda la rete degli hospice, la Regione Lazio è tra quelle “virtuose” con 15 strutture. In questo campo però il posto letto rappresenta la minima parte del sistema poichè a ciascuno di essi corrispondono 4 moduli di assistenza domiciliare.

Il modello assistenziale fornito dagli hospice rispetta la dignità della persona anche nell’ultimo tratto della vita e sostiene la famiglia.“Il problema – spiega il sindaco capitolino, Gianni Alemanno - è dare visibilità a questo sistema in modo tale che sia accessibile a tutti con grande semplicità ed è sostanzialmente questo il senso dell’accordo che viene firmato oggi. Roma Capitale, in base all’art. 13, comma 5 dello Statuto, promuove misure di sostegno delle iniziative di utilità collettiva aventi finalità di assistenza e cura alla persona […] e dei malati cronici e terminali” .
“In questo ambito - afferma Adolfo Panfili, delegato del sindaco per i rapporti con le Asl - è possibile sviluppare progetti ed interventi per l’informazione ai cittadini sui servizi socio sanitari offerti dal S.S.R. e l’integrazione tra gli stessi. Il partner individuato è Antea, realtà d’eccellenza nel sistema delle cure palliative e della terapia del dolore prosegue Panfili – si tratta di una Onlus che gestisce l’hospice all’interno del S. Maria della Pietà. E’ attiva in questo specifico campo dal 1987 ed è stata anche la prima struttura ad avviare un hospice nella Regione Lazio nel 1999”.

“L’accordo – aggiunge l’assessore ai servizi sociali del comune di Roma, Sveva Belviso - è con una struttura all’avanguardia che ha il suo punto di forza nell’assistenza domiciliare e, soprattutto, in una rete di volontari di grande generosità umana e di grande preparazione professionale. Ciò è l’esempio che rende concreta ogni giorno quell’ idea di integrazione socio–sanitaria indispensabile per un moderno sistema di welfare.”
L’accordo presentato oggi prevede che Roma Capitale e Antea si impegnino ad attivare e mantenere una costante e reciproca collaborazione al fine di realizzare congiuntamente iniziative su temi a valenza delle due istituzioni. Le parti si danno reciproco atto che procederanno ad attivare le forme di collaborazione previste dal Protocollo mediante elaborazione di specifici progetti.

“Per Antea - conclude Giuseppe Casale, coordinatore sanitario della Onlus e dell’hospice - questo accordo è un passaggio importante che testimonia una forte assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni e di Roma Capitale, in particolare sul tema delle cure palliative e della loro accessibilità. L’intesa rappresenta anche il riconoscimento del lavoro che portiamo avanti in questa città da oltre 20 anni. Siamo certi che, l’accordo quadro, sarà utile strumento per una collaborazione tesa al raggiungimento di elevati livelli di qualità di tutti i servizi di cure palliative. Roma Capitale con Antea sarà garante di un’irrinunciabile indice di civiltà, riconoscendo ad ogni cittadino, affetto da malattia inguaribile e in fase avanzata, il diritto a non soffrire.

Nell’ambito del Comune di Roma obiettivo principale sarà il raggiungimento dell’eccellenza assistenziale socio-sanitaria. Constatiamo quanto si stia rafforzando la sensibilità delle istituzioni verso la persona malata e la sua famiglia, evitando che la malattia si trasformi in uno tsunami delle relazioni e dell’affettività”.