Adnkronos/Adnkronos Salute del 21/10/2008

Roma, 21 ott. - Sono circa 2 milioni gli italiani sopravvissuti al cancro. Dei 250mila nuovi casi ogni anno, infatti, la meta' guarisce o convive piu' o meno a lungo con la neoplasia. Ma anche fra chi e' guarito le conseguenze psicologiche o relazionali della malattia possono essere molto pesanti, dal lavoro alla vita sociale. La strada per combattere l'emarginazione dei sopravvissuti al cancro passa attraverso la riabilitazione specifica, vera protagonista del 'Libro bianco sulla riabilitazione oncologica in Italia', promosso dalla Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia).

Un volume presentato oggi a Roma -finanziato dal precedente ministero della Salute e dall'attuale dicastero del Welfare- che comprende il primo censimento delle strutture esistenti e propone un'analisi a piu' voci sui risvolti medici, psicologici, sociali ed economici della riabilitazione oncologica. "Quella della riabilitazione oncologica e' una realta' a macchia di leopardo -commenta il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervenuto all'incontro romano- Il Paese e' violentemente spaccato in due. Ad aree piu' efficienti e virtuose nel Centro-Nord se ne contrappongono altre, nel Centro-Sud, ancorate a vecchi modelli incentrati su ospedali generalisti e marginali". "Restano aperte strutture da 20 posti, pericolose per il malato acuto, che inibiscono l'attivazione della riabilitazione e dell'assistenza a malati cronici. Ma anche la formazione di pochi plessi avanzati e specializzati per gli acuti", aggiunge Sacconi, lodando l'impegno del volontariato oncologico, sottolinea come non a caso questo trovi spazio "ove sono presenti modelli virtuosi".

I CONTROLLI DELLA SIGNORA MARIA: Non solo, il libro bianco ha condotto una verifica 'nei panni del paziente'. Una psicologa volontaria dell'Aimac, presentandosi come la 'signora Maria' (paziente, o figlia o sorella di un malato) ha contattato telefonicamente 132 centri che avevano dichiarato di effettuare trattamenti di riabilitazione. "Non per stilare un elenco di buoni o furbetti -si legge sul Libro bianco- ma capire quali sono le difficolta' reali con cui i malati sono costretti a fare i conti". Ebbene, quando a rispondere al telefono sono infermieri o fisioterapisti "la conversazione e' stata facile e fluida, e le delucidazioni sono arrivate senza dover essere sollecitate, con la specifica dei tempi di attesa". Nella classifica della 'signora Maria', al vertice per gli elevati standard di rispondenza ai dati indicati figurano le strutture dell'Italia del Nordest e le strutture piu' piccole. Mentre la principale difficolta' incontrata e' stata far comprendere all'interlocutore il motivo della richiesta di riabilitazione. - IL PIANO ONCOLOGICO: Alla luce di quanto emerso la Favo, che ha sollecitato un effettivo e pratico riconoscimento della riabilitazione oncologica nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), ha chiesto al ministro Sacconi "di approvare al piu' presto il Piano oncologico nazionale, studiato e aggiornato piu' volte. Ai malati il Piano sta bene - conclude De Lorenzo - ora occorre vararlo al piu' presto".

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