Mi chiamo Graziana e, attraverso queste righe, desidero condividere la mia esperienza di servizio civile – progetto INFORMACANCRO 2024 – vissuta con profonda gratitudine.
Ho avuto la fortuna di essere inserita nel progetto come subentro: una possibilità, arrivata inaspettatamente all’inizio di ottobre, che ho accolto con entusiasmo e sorpresa. Oggi, a distanza di un anno, posso affermare con certezza che si è trattato di una delle esperienze più significative della mia vita.
Inizialmente consideravo questo percorso come un’attività extracurriculare, non direttamente connessa al mio ambito di studi universitari. Ho conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne e successivamente una specialistica in Filologia, Letterature e Storia. Tuttavia, è bastato poco tempo per rendermi conto che questa esperienza – che ad oggi si conferma essere insostituibile: un viaggio umano trasformativo – aveva una profonda coerenza con il mio bagaglio formativo.
La letteratura non è forse qualcosa di intimamente intrecciato con la vita?
Se nel termine “letteratura” andassimo ad isolare “erat” ci troviamo dinanzi la parola “lettura”.
Ebbene sì. Ho letto ed ascoltato ogni singola storia di ogni singolo paziente che ho avuto modo di incontrare, di conoscere, di vivere.
Alcuni legami nati durante le ore di servizio hanno superato i confini del tempo e dello spazio lavorativo. Alcuni di loro, purtroppo, non ci sono più, ma resteranno per sempre parte della mia memoria.
I primi passi di questo percorso sono state le ore – prettamente online – di formazione generale a cui sono seguite altre ore di formazione specifica.
I giorni di formazione in presenza a Napoli – e altri incontri online incentrati nella stessa settimana – sono stati intensi e ricchi di interventi, di grande supporto per il percorso messo a disposizione dal progetto, un progetto che ha saputo darmi profondità e senso di direzione.
Ho prestato servizio presso il punto informativo del Day Hospital oncologico del Poliambulatorio “Giovanni Paolo II” di San Giovanni Rotondo, dove ho fornito supporto informativo ai pazienti e ai loro familiari, attraverso il materiale (libretti, brochure) messo a disposizione da AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici).
La vera svolta è avvenuta durante le ore trascorse nei reparti di Oncologia Uomini e Oncologia Donne dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, Opera di San Pio da Pietrelcina.
Cos’è stato che ha creato una differenza tra reparto e sportello informativo?
Dunque, è come se in reparto avessi toccato con mano l’essenza del progetto. È lì che ho percepito pienamente il significato e il valore del mio ruolo.
È stato meraviglioso sapere che la presenza della figura del volontariato andava ad offrire un momento di sollievo, un gesto gentile, una conversazione leggera capace di interrompere, anche solo per un istante, il peso della malattia.
In quei reparti ho incontrato un’umanità straordinaria: storie diverse, esperienze complesse, ma unite da una forza comune e da una determinazione profonda a non arrendersi. Il modo in cui ciascun paziente affrontava la malattia, con coraggio e dignità, è qualcosa che porterò sempre con me.
Ogni giorno tornavo a casa con una nuova consapevolezza, con orizzonti più ampi e con una sensibilità arricchita dall’incontro con l’altro. Dunque, un insegnamento ineguagliabile.
Grata alla vita per avermi fatto vivere un anno incredibile e soprattutto per questo specifico progetto.
Graziana