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Fonte: Vita dell'08/05/09
Le associazioni di volontariato che operano nell’ambito del sostegno ai pazienti affetti da tumore e ai loro familiari rappresentano un capitale sociale di grande rilievo, non solo per l’opera quotidiana che svolgono all’interno delle strutture e dei servizi sanitari a fianco dei pazienti e degli operatori della sanità, ma anche perché hanno dato un contributo importante a dinamiche di innovazione dell’assistenza che hanno avuto impatti positivi sulla stessa qualità dell’offerta sanitaria; si pensi, a questo proposito, al L ruolo molto positivo che in ambito oncologico (ma anche per altre patologie) può avere la disponibilità di informazione che proprio molte associazioni garantiscono o anche la promozione di una conoscenza dal punto di vista del malato.
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Pubblichiamo il comunicato dal sito del Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione:
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Fonte: Corriere della Sera dell'11/05/09
di Vera Martinella (Fondazione Veronesi)
«Meno male che la ricerca fa passi avanti e adesso si può guarire. Purtroppo c'é anche chi dopo un calvario lungo e doloroso come il cancro perde pure il lavoro e quindi, dopo la guarigione, oltre alla paura di riammalarsi, ha anche l'angoscia di non arrivare a fine mese. Ed esperienze di questo tipo non sono inusuali nella nostra Italia», lute/sportello_cancro/09_aprile_17/vivere_dopo_cancro_3195f3b8-2b27-11de-b26a-00144f02aabc.shtml">commenta un anonimo lettore sull’articolo pubblicato giorni fa da Sportello Cancro. Problemi di mobbing e stipendi ridotti per i pazienti oncologici erano già emersi in una precedente inchiesta, mentre un sondaggio realizzato dall’associazione romana Peter Pan aveva evidenziato che un genitore ogni 15 bambini malati di tumore perde il lavoro per assistere il figlio durante l’iter terapeutico.
MUTUI, PRESTITI, ASSICURAZIONI - Una diagnosi di tumore, insomma, può rappresentare un duro colpo anche per il bilancio domestico gravando pesantemente sulla capacità di guadagno di chi si ammala e deve, spesso per mesi, investire tempo e risorse psico-fisiche nelle cure. Ma cosa accade se un paziente oncologico vuole accedere a mutui, finanziamenti o assicurazioni? Dati certi, statistiche, indagini mirate per ora non ce ne sono. «Ma l’argomento è di scottante attualità e se ne discute sia in Italia che in Europa – dice l’avvocato Elisabetta Iannelli, vicepresidente dell’Associazione italiana malati di cancro Aimac) - Abbiamo tentato di affrontare la questione sulle polizze vita e salute con alcune primarie compagnie assicurative, per ora senza grandi risultati, solo qualche promessa di riflettere sull’argomento...». Inoltre, negli ultimi tempi, ad alcune associazioni di pazienti sono giunte segnalazioni di malati che, in determinate banche, si sono visti negare mutui o finanziamenti perché collegati a un’assicurazione sulla vita, preclusa a chi soffre di gravi patologie.
FINANZIAMENTI DALLE BANCHE – I maggiori istituti di credito italiani interpellati sull’argomento ci hanno dato una risposta univoca: in realtà, la concessione di mutui e finanziamenti vari è legata ai requisiti patrimoniali (stipendio, ipoteca sull’immobile, garanzie di solvenza varie), ma non sono necessarie assicurazioni sulla vita né vengono pretese informazioni sullo stato di salute del richiedente. Infatti, per tutti i casi in cui poi si verifica l’impossibilità di pagare le rate, la banca si tutela preventivamente con ipoteche o simili, mentre nell’eventualità di un decesso il mutuo passa agli eredi. Ogni istituto, però, ha regole proprie e gli intervistati hanno ammesso la concreta possibilità che qualche collega aggiunga la richiesta di un’assicurazione.
ASSICURAZIONI SU VITA E SALUTE – Completamente diverso il discorso sulle assicurazioni. In sostanza i pazienti oncologici vengono divisi in tre categorie, come spiega l’avvocato Iannelli: «Ai malati da un anno o poco più - che stanno quindi seguendo le cure - l’assicurazione è spesso negata. All’incirca dopo dieci anni dalle terapie, invece, si viene considerati guariti e quindi equiparati alle persone sane». E per i molti, la stragrande maggioranza, che stanno nel mezzo? Il calcolo della somma da pagare dovrebbe essere fatto (com'è stato proposto da Aimac) in base al tipo e alla gravità del tipo di tumore della singola persona. «Invece, per ora, i pazienti oncologici pagano lo stesso premio di una persona sana, ma vengono protetti meno. Sono cioè assicurati solo parzialmente, perchè le compagnie escludono paradossalmente proprio la copertura di eventi connessi, conseguenti o comunque collegati alla patologia oncologica e sue complicanze».
PROBLEMI SIMILI PER I PAZIENTI SIEROPOSITIVI - «Sono le stesse difficoltà che mi vengono comunicate da un numero crescente di malati con Hiv – commenta Matteo Schwarz, responsabile del servizio legale del Network pazienti sieropositivi -: nonostante dalla metà degli anni Novanta la sopravvivenza dei pazienti Hiv-positivi si sia notevolmente allungata - come dimostrano parecchi studi scientifici -, in Italia le assicurazioni sulla vita sono per loro una possibilità preclusa. In Europa, invece (specie in Olanda e in Francia), le politiche assicurative sono state riviste e questo "divieto" eliminato. Abbiamo fatto presente la questione all’Ania (l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, ndr) e stiamo chiedendo che si adeguino i criteri anche da noi».
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di Elisabetta Iannelli
"E' interesse precipuo del legislatore e della pubblica amministrazione favorire il recupero e il reinserimento dei lavoratori colpiti da malattie, specie se gravi, e ridurre al minimo la necessità di rimanere fuori dal ciclo produttivo durante il periodo di cura della patologia".
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L'Avv. Roberto de Miro d'Ajeta, consulente legale di AIMaC e di FAVO, parteciperà al Forum BioDiritto 2009 dal titolo "I dati genetici nel biodiritto", che si svolgerà a Trento il 21 e 22 maggio prossimi.