Sempre di più i pazienti che sopravvivono alla diagnosi a distanza di 10 anni. Promossi i servizi sanitari. Carenze nell'assistenza sociale e le cure domiciliari.
Fonte: Il Tempo del 16/05/2012
di Andrea Acali
Di tumore ci si ammala ancora ma si muore di meno. Sono i dati del quarto rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, realizzato dal Censis in collaborazione con la Federazione Italiana delle Associazioni di volontariato in oncologia (Favo) e presentato in occasione della VII giornata nazionale del malato oncologico. Lo studio rileva che sono circa 2,2 milioni gli italiani che hanno avuto a che fare con qualche forma tumorale tra il 1970 e il 2010, 960.000 le diagnosi negli ultimi 5 anni. In totale sono 471.000 (21%) gli italiani nella fase acuta della malattia (entro i due anni dalla diagnosi). Ma ciò che impressiona è che per circa 762.000 persone, oltre un terzo (il 34%) dei malati con un passato oncologico, sono trascorsi più di dieci dalla malattia. Enormi i costi sociali per i malati e per 776.000 «caregiver», cioè coloro che li assistono, che ammontano a 36,4 miliardi di euro l'anno. Suddivisi in 5,8 miliardi di spese dirette e di oltre 30 di costi indiretti, in particolare 12 miliardi per l'assistenza. A fronte di questo, i sussidi per i malati di tumore ammontano a 1,1 miliardi di euro, pari a poco più del 3% del costo sociale totale. Dai dati relativi a 1055 pazienti e 713 caregiver che hanno partecipato all'indagine è emerso anche che il costo delle spese pro-capite per i malati e per chi li assiste è di 34.200 euro. Di questi, oltre 3.000 euro per spese mediche e 3.600 per altri servizi, come trasporti e badanti. Lo studio è stato utile anche per comprendere il livello di assistenza fornita ai pazienti. Il 77,3% degli intervistati definisce ottimi o buoni i servizi sanitari con cui sono entrati in contatto (quasi il 26% ottimi e oltre il 51% buoni). I servizi sociali, al contrario, sono considerati buoni o ottimi «solo» dal 45,1% (il 13,6% esprime un giudizio di insufficienza, e il 21% non riesce a valutarli). L'assistenza domiciliare è giudicata insufficiente dal 42% dei pazienti e quasi il 50% definisce insufficienti le tutele economiche. Una fotografia che evidenzia la necessità di intervenire non tanto sulla qualità dei servizi sanitari erogati (dove effettivamente esistono autentiche eccellenze) quanto sulla tipologia dell'assistenza. In altre parole, vanno bene diagnosi e terapie mentre lasciano a desiderare tutti quei servizi alla persona di cui hanno bisogno i malati oncologici e le loro famiglie. Per il futuro «i costi sociali rischiano di esplodere se non si potenzia la prevenzione, e non si investe in cure più efficaci e con minori effetti collaterali - spiegano gli autori dell'indagine - Non più welfare solo riparativo vuol dire investire oggi per ridurre l'insorgenza dei casi di tumore e, laddove invece emerge la malattia, poterla curare riducendo gli impatti sulla vita familiare, sociale e lavorativa delle persone». Tra le note dolenti, la disponibilità dei farmaci innovativi. Solo in 4 regioni (Lombardia, Piemonte, Friuli e Marche) e nella Provincia autonoma di Bolzano vengono recepite immediatamente le indicazioni registrative dell'Aifa sui nuovi farmaci anti-tumorali. In tutte le altre, non vengono resi disponibili fino a quando non vengono approvati anche da Commissioni tecnico-scientifiche regionali. «Con l'Associazione Italiana di Oncologia Medica e la Società Italiana di Ematologia abbiamo inviato una lettera al Ministro della Salute Balduzzi per evidenziare questa situazione - spiega Francesco De Lorenzo, presidente della Favo - Dall'autorizzazione internazionale di un farmaco alla delibera che ne permette l'immissione in commercio in Italia trascorrono tra 12 e 15 mesi. E ulteriori ritardi sono determinati dai tempi di latenza per la messa a disposizione a livello regionale». Lentezze che creano disparità tra pazienti italiani e europei e tra malati di regioni diverse. La giornata nazionale del malato oncologico proseguirà sabato e domenica all'Auditorium della Conciliazione con la consegna del «cedro d'oro» al Ct della nazionale Prandelli.